La controffensiva ucraina non si arresta e allontana la pace. Per Putin da Zelensky è arrivata la prova che non vuole negoziare

La controffensiva ucraina non si arresta e allontana la pace. Per Putin da Zelensky è arrivata la prova che non vuole negoziare

La controffensiva ucraina non si arresta e allontana la pace. Per Putin da Zelensky è arrivata la prova che non vuole negoziare

Da una settimana a questa parte, prosegue una sorprendente controffensiva ucraina in territorio russo. Un blitz ordinato dal presidente Volodymyr Zelensky ha colto di sorpresa e travolto le truppe del Cremlino, concentrate soprattutto nel Donbass, dove continuano ad avanzare. L’esercito di Kiev è riuscito a conquistare rapidamente oltre 30 km di territorio russo, devastando la regione di Kursk e preannunciando ulteriori iniziative anche in altri oblast.

La situazione più tesa si registra a Belgorod, dove una colonna composta da una decina di mezzi corazzati ha assalito il posto doganale di Kolotilovka, presidiato da un’unità delle guardie di frontiera, che fanno parte del servizio segreto FSB. Questo ha costretto le autorità regionali a ordinare il trasferimento degli abitanti della zona vicina al confine. Mosca interpreta questo blitz come una manovra preparatoria da parte di Kiev per lanciare una seconda ondata, capace di attaccare alle spalle le forze russe impegnate nella regione di Kursk.

La controffensiva ucraina non si arresta e allontana la pace. Per Putin da Zelensky è arrivata la prova che non vuole negoziare

La gravità della situazione è evidente dalle parole colme di ira di Vladimir Putin, che, secondo l’agenzia Tass, ha escluso categoricamente la possibilità che la Russia possa avviare negoziati di pace con l’Ucraina: “Di cosa possiamo parlare con gente che colpisce indiscriminatamente i civili e cerca di minacciare le centrali nucleari?”. Secondo lo zar, l’attacco nella regione di Kursk “mostra perché il regime di Kiev ha rifiutato le offerte di pace di Mosca e dei mediatori”.

Questo attacco ha profondamente ferito il Cremlino, tanto che Putin ha promesso che Zelensky riceverà “una degna risposta” per il suo affronto. Il rischio di un’escalation della guerra appare sempre più concreto, dato che il presidente della Federazione Russa ha affermato chiaramente che l’Ucraina ha attaccato Kursk “con l’aiuto dell’Occidente” al fine di migliorare la sua posizione in vista di futuri negoziati, ormai resi “impossibili”, e che tutto ciò è la dimostrazione che USA e UE stanno “muovendo guerra alla Russia per mano ucraina”.

Quel che è certo è che ormai da giorni le forze del Cremlino non riescono a fermare l’avanzata ucraina in territorio russo. Anzi, secondo Putin, la situazione potrebbe addirittura peggiorare, poiché nel mirino di Zelensky ci sarebbero Belgorod e, soprattutto, la regione di Bryansk, tanto che ha richiamato l’esercito a “prepararsi per scenari diversi”. Feroci battaglie non risparmiano nemmeno il territorio ucraino, dove ieri si è sfiorata la tragedia: dopo alcuni attacchi, su cui si rimpallano le responsabilità tra Mosca e Kiev, è scoppiato un incendio nella centrale nucleare di Zaporizhzhia.

L’incendio, domato dopo diverse ore, ha causato “gravi danni” e la distruzione di una torre di raffreddamento dell’impianto. Secondo il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), Rafael Mariano Grossi, nonostante i danni, “non vi è alcun impatto sulla sicurezza nucleare”.

La controffensiva ucraina non si arresta, i timori per un’escalation incontrollata del conflitto

Davanti a queste offensive e controffensive, appare chiaro che la pace sia sempre più un tabù. Lo sa bene il leader del M5S, Giuseppe Conte, che in un’intervista a La Stampa ha detto di non essere “d’accordo con l’improvvida dichiarazione dell’UE” che ha definito “legittimo” l’attacco ucraino a Kursk. Secondo il pentastellato, questo blitz non solo andrebbe condannato, ma dimostra come “non siamo più nella logica della difesa, perché contribuisce attivamente all’escalation”.

“Ho condannato e condanno l’invasione russa, ma nel 2022 c’era già una concreta proposta di accordo per la pace, che è stata fatta saltare. E in questi mesi, in cui sembravano aprirsi spiragli per i negoziati, sia le scelte del governo ucraino, che viene rifornito con le nostre armi, sia quelle del governo italiano e della comunità internazionale stanno affossando ogni possibilità di pace”, ha aggiunto Conte, concludendo che “il fatto che si dica che il primo che non vuole negoziare sia Putin è il sofisma con cui il mainstream della propaganda occidentale ha cercato di giustificare il mancato investimento nella ricerca della pace. Non ho mai detto che sia una passeggiata, ma l’Europa è nata per fare sforzi sovrumani per la pace. Non tradiamo quei principi”.