Quando Carlo Calenda e alcuni parlamentari del Terzo polo fecero presente che la nomina di Matteo Renzi a direttore del quotidiano Il Riformista aveva espresso dubbi sulla “confusione di ruoli” il leader di Italia Viva rispose con un’alzata di spalle. “Quando Renzi prenderà una posizione, lo farà come esponente politico o come direttore?”, chiese con una certa preoccupazione Calenda.
In questi giorni accade che una puntata della trasmissione televisiva Report abbia raccontato gli affari non proprio fortunati delle aziende della ministra al Turismo Daniela Santanchè, esponente di punta di Fratelli d’Italia. Tra quelle aziende c’è anche la Visibilia di cui Santanchè è stata azionista principale fino a metà ottobre e presidente fino a gennaio 2022.
I debiti societari di Visibilia nei mesi scorsi sono arrivati all’attenzione della Procura di Milano. Praticamente tutto l’arco parlamentare ha incalzato la ministra per avere spiegazioni. L’opposizione ne ha chiesto le dimissioni ma anche i suoi alleati le hanno chiesto di riferire in Parlamento. Perfino la presidente del Consiglio Giorgia Meloni pare che sia molto irritata per la situazione.
Santanchè si è difesa dicendo “Visibilia è un’azienda che ho fondato, ma è stata venduta. C’è una cartella esattoriale non pagata e i nuovi soci se ne occuperanno. Non ci sono reati, non c’è un’ipotesi di reato”.
Uno dei pochi giornali che ha difeso la ministra è proprio Il Riformista – quindi il Matteo Renzi nel suo costume da direttore – che non ha avuto modo di raccontare ai suoi lettori i rilievi giornalistici che sono da giorni un caso politico ma ha pubblicato un unico articolo dal titolo “Santanché, schiaffo a giustizialisti e alleati (e a Meloni): “Pronta a riferire in Parlamento”” parlando di “gogna”.
Chi raccoglie la pubblicità per il quotidiano Il Riformista? Visibilia, proprio loro. Che nome ha questa curiosa coincidenza? Conflitto di interessi. Sempre quello.