La Chiesa italiana parte all’attacco del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del Governo Meloni dopo la strage di migranti che si è consumata a Cutro. A far insorgere contro il mondo della politica la comunità cattolica sono state le dichiarazioni che il titolare del Viminale ha pronunciato commentando la tragedia.
Anche la Chiesa va contro Piantedosi sulla strage di migranti a Cutro
“Chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli”, ha detto il ministro. Le parole di Piantedosi sono state prontamente condannate dai cattolici. In prima linea, l’arcivescovo di Palermo monsignor Corrado Lorefice che ha tuonato: “Non c’è spazio oggi per i qualunquismi: è tempo per tutti noi di rifuggire con chiarezza da ogni narrazione tesa a colpevolizzare l’anello più debole della società. La responsabilità è nostra: quel che è avvenuto a Cutro non è stato un incidente, bensì la naturale conseguenza delle politiche italiane ed europee di questi anni, la naturale conseguenza del modo in cui noi cittadini, noi cristiani, malgrado il continuo appello di Papa Francesco, non abbiamo levato la nostra voce, non abbiamo fatto quel che era necessario fare girandoci dall’altra parte o rimanendo tiepidi e timorosi”.
Forte anche della posizione di Papa Francesco, assunta sin dal suo primo viaggio a Lampedusa nel 2013, Lorefice ha precisato: “Il culmine simbolico di tutto ciò è stata la dichiarazione resa dal ministro Piantedosi, un uomo delle istituzioni che ha prestato il proprio giuramento sulla Costituzione italiana – la stessa Costituzione che prima di ogni altra cosa riconosce e garantisce quei diritti inviolabili dell’uomo –, il quale ha ribaltato la colpa sulle vittime. Come mi sono già trovato a dire, durante la preghiera per la pace del 4 novembre 2022, rischiamo tutti di ammalarci ‘di una forma particolare di Alzheimer, un Alzheimer che fa dimenticare i volti dei bambini, la bellezza delle donne, il vigore degli uomini, la tenerezza saggia degli anziani. Fa dimenticare la fragranza di una mensa condivisa’”.
Il presidente della Cei contro il Viminale: “Ennesima tragedia”
Alle parole dell’arcivescovo di Palermo si sono unite quelle altrettanto sprezzanti nei confronti di Piantedosi del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna.
“Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero”, ha detto. “Occorrono scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe. L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Che sia una nuova operazione Mare nostrum o Sophia o Irini, ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”.
Scontro tra la Chiesa e Piantedosi sulla strage di migranti a Cutro: la comunità condanna cattolica condanna il ministro
Per il presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes e arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Gian Carlo Perego, poi, ha posto l’accento sul fatto che la strage di migranti a Cutro si è consumata “mentre i rami del Parlamento approvano un urgente e straordinario decreto per regolare i flussi migratori, che di urgente e straordinario ha solo l’ennesima operazione ideologica, indebolendo in realtà le azioni di salvataggio in mare delle navi ong”.
Il prelato ha anche precisato che la tragedia incarna “un nuovo drammatico segnale sulla disperazione di chi si mette in fuga da situazioni disumane di sfruttamento, violenza, miseria e di chi è indifferente politicamente a questo dramma. Un nuovo drammatico segnale che indebolisce la democrazia, perché indebolisce la tutela dei diritti umani: dal diritto alla vita al diritto di migrare, al diritto di protezione internazionale. Mentre queste morti non possono che generare vergogna, chiedono un impegno europeo per un’operazione Mare nostrum, che metta strettamente in collaborazione le istituzioni europee, i Paesi europei, la società civile europea rappresentata dalle ong”.
Il direttore di Caritas Italiana: “Tragedia consumata all’indomani della conversione in legge del decreto che blocca i salvataggi in mare”
Ancora, il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha ricordato che quanto accaduto in prossimità della costa di Cutro è avvenuto “all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare. Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo. La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e dalle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità. La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile. Caritas ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa sul fenomeno globale delle migrazioni”.
“Come già il Consiglio permanente della Cei ebbe a ricordare alla vigilia delle elezioni, è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti. Da parte sua, la Chiesa continua ad assicurare l’impegno e la disponibilità nell’operosità concreta e nel dialogo. La bussola, per i cristiani e non solo, restano i quattro verbi indicati da Papa Francesco in relazione alla questione delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo. Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il governo, col progetto dei corridoi umanitari pone un ‘segno’: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti”, ha detto il direttore di Caritas Italiana.