Eccola qua Giorgia Meloni, pronta a cavalcare con tutta la sua boria migliore una “sinistra” che vede solo lei, intesa a dileggiare gli avversari più che a raccontare il suo programma mentre l’alleanza di centrodestra si scanna sui nomi da mettere in lista.
Bugie sul Reddito di cittadinanza
Si parte, manco a dirlo, dall’attacco del reddito di cittadinanza: “Il Reddito di cittadinanza ha fallito – spiega Meloni – come strumento di lotta alla povertà che doveva essere abolita e invece ha raggiunto i massimi storici e ha fallito come misura di politica attiva”.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia quei sarebbe di 9 miliardi all’anno la spesa per sostenere la misura. Qui c’è già la prima mezza bugia: si parla di 5,9 miliardi di euro per il 2019, 7,2 miliardi per il 2020 e 7,4 miliardi per il 2021, stabilendo un limite di spesa di 7,3 miliardi annui a partire dal 2022.
Si continua poi a blaterare di truffe miliardarie (Salvini parla di “15 miliardi di euro”) che non corrispondono alla realtà: parliamo di valori intorno al 2 per cento delle risorse stanziate per finanziare la misura e al 2 per cento dei beneficiari.
Meloni poi continua a dimenticare che l’Istat certifica che il Reddito di cittadinanza “ha interessato, nella seconda parte del 2019, oltre un milione di famiglie in difficoltà”, salvate dalla povertà.
Ma la mistificazione più grave rimane sempre la stessa usata anche dai liberali italiani: tra i percettori del Reddito di cittadinanza ci sono italiani che lavorano ma il 69% dei loro contratti non supera i tre mesi e i loro salari non bastano per raggiungere livelli dignitosi di vita.
Benedetti imprenditori
Del resto Giorgia Meloni non ha il coraggio di dire chiaramente che per chi come lei ama l’imprenditoria – anche quella più sfrenata – togliere dal mercato degli schiavi milioni di persone che dovrebbero cedere al ricatto di salari da fame e contratti senza diritti è un serio problema.
Non è un caso che nelle sue dichiarazioni la presidente del Consiglio in pectore se la prenda con la “sinistra” perché “criminalizza gli imprenditori”. È il solito trucco, raccontare che gli evasori di questo Paese siano solo un’eccezione così viene più facile non sentirsi in obbligo di agire politicamente.
Chissà che ne dice la Meloni del fatto che proprio ieri il 72% delle aziende ispezionate nel brindisino in un’operazione contro il caporalato siano irregolari. Non capire la differenza tra imprenditori e evasori è il trucco per non punire nessuno e salvare tutti.
Del resto, pensateci, chi oggi si preoccuperebbe di regolarizzare la propria posizione fiscale con un centrodestra dato per vincitore che nel suo programma elettorale parla di condono (loro lo chiamano “pace fiscale” ma non è altro che un condono)?
Si scrive pace fiscale, si legge condono
Se avessimo occhi attenti e memoria lunga potremmo notare anche che nel nuovo centrodestra a trazione meloniana è completamente sparito il tema delle mafie.
Non se ne fa cenno nel programma, non se ne parla nei comunicati stampa, non entra mai nelle dichiarazioni dei loro esponenti ospiti di trasmissioni televisive. Hanno abolito la mafia senza nemmeno dover scrivere una legge, incredibile.
Eppure non sono lontani i tempi in cui Matteo Salvini, quando ancora funzionava, prometteva fuoco e fiamme contro i boss e sognava di passare come il nuovo Prefetto di ferro.
Perché questa inversione? A voler pensare male si potrebbe ripercorrere lo spaventoso elenco degli arrestati per mafia e corruzione nelle file di Fratelli d’Italia.
Senza dimenticare che il monumento della politica vicina alla mafia sta proprio lì ed è Silvio Berlusconi. Anche se ormai non è più di moda ricordarlo.