Dalla Redazione
La Casta si arrocca su sé stessa e non molla sui privilegi. L’ufficio di Presidenza della Camera ha, infatti, bocciato a suon di voti, proposta del Movimento 5 Stelle di sospendere temporaneamente l’indennità ai parlamentari in stato di arresto e a quelli assoggettati a procedura di decadenza per incompatibilità e o inelegibilità in base alla legge Severino (quella, per capirsi, che ha sancito l’espulsione di Berlusconi dal Senato) fino al termine delle misure cautelari. I parlamentari in questione, dunque, continueranno a percepire l’indennità fintanto che saranno titolari di un seggio.
La proposta era stata avanzata dal M5S dopo l’ok dell’aula di di Montecitorio all’arresto del piddino Francantonio Genovese, coinvolto in un’inchiesta riguardante finanziamenti alla formazione professionale. L’ufficio di Presidenza, presieduto da Laura Boldrini, ha dunque fatto proprio il parere contrario alla richiesta pentastellata arrivato dal Collegio dei Questori, che prima del voto aveva rimarcato la necessità di intervento legislativo per regolare la materia.
Il vicepresidente della Camera, il grillino Luigi Di Maio, ha chiesto che la sua contrarietà al parere espresso dai Questori fosse messo a verbale. Di Maio ha evidenziato che la proposta dei Cinque Stelle parla di una sospensione temporanea e non definitiva. E che l’assenza di precedenti a riguardo non impedisce la decisione dell’Ufficio di Presidenza.
Il vice presidente della Camera ha poi polemizzato su Facebook: “I cittadini italiani stanno pagando lo stipendio a un politico agli arresti domiciliari e a tutti quelli arrestati. I partiti danno lo stipendio ai parlamentari in galera. I partiti oggi hanno dato un pessimo esempio al Paese. Gli stessi partiti che si riempiono la bocca con la lotta alla corruzione. Non quella intellettuale. Chiedo agli elettori di Pd, Forza Italia, etc. Cosa ne pensano…”. E ancora: “Se Genovese è agli arresti domiciliari, i cittadini che lo pagano a fare?”.