Donald Trump è in grande rimonta nei sondaggi, tanto da mettere in discussione la vittoria di Hillary Clinton, data in netto vantaggio fino a qualche settimana fa. Un rilevamento del Washington post e dell’emittente Abc parla addirittura di sorpasso, 46% contro il 45%, nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Certo, il dato riguarda il consenso nazionale, mentre la vittoria si gioca su ogni singolo Stato (il sistema elettorale prevede l’assegnazione di un numero di Grandi elettori in base alla grandezza di ogni Stato). Il calo dei democratici è legato all’aumento di preferenze verso gli altri due candidati: il libertatio Gary Johnson e l’ecologista Jill Stein. Entrambi non hanno alcuna chance di arrivare alla Casa Bianca, ma potrebbero influenzare l’esito complessivo.
A sei giorni dal voto, insomma, la situazione si annuncia più aperta di quanto si potesse immaginare, nonostante le numerose bufere che hanno travolto il candidato repubblicano: dalle affermazioni a sfondo sessista ai finanziamenti della sua fondazione. Per ultima è arrivata l’accusa di non aver pagato le tasse per milioni di dollari. Del resto nemmeno l’ex First Lady se la passa molto bene: le nuove indagini dell’Fbi sull’emailgate, ossia l’uso “allegro” di indirizzi mail di Hillary quando era Segretario di Stato dell’amministrazione Obama. La Clinton ha intensificato la campagna elettorale nei cosiddetti Swinger State, gli Stati in bilico che si riveleranno decisivi per la vittoria definitiva.