Mentre Conte e i 5 Stelle brindano per una campagna elettorale che li vede in forte rimonta, il Pd di Enrico Letta si lecca le ferite in vista di una probabile batosta alle urne.
Il leader del Pd Enrico Letta si lecca le ferite in vista di una probabile batosta alle urne
Del resto le avvisaglie ci sono tutte perché il Pd, dopo aver smantellato l’alleanza progressista per correre ad abbracciare Carlo Calenda che poi li ha pure sbolognati, era chiamato a fare una poderosa – quanto inverosimile – rimonta per rivaleggiare con le destre che, però, non sembra essere riuscita. Anzi stando agli ultimi sondaggi precedenti al silenzio elettorale, i consensi erano in picchiata.
Eppure Letta e i giornaloni mainstream non ne tengono conto e provano a convincere gli italiani, quasi fossimo davanti a una propaganda di stampo sovietico, che la partita tra Pd e destre è ancora aperta. Così si sta provando – apparentemente con scarsi risultati – ad affermare una narrativa in cui lo scontro alle urne sarà solo ed esclusivamente tra Letta e Giorgia Meloni, ignorando tutti gli altri.
Il giochino dei media è quello di convincere l’elettorato a scegliere tra “rosso e nero”, “giusto e sbagliato”. Un’ottica deformata che ignora come la coalizione della Meloni è composta anche da altre personalità forti, uno su tutti l’alleato-rivale Matteo Salvini che non perde occasione per punzecchiare la leader di Fratelli d’Italia, e che oltre al Pd c’è il Movimento 5 Stelle, dato da molti per spacciato ma che sembra essere vivere una seconda giovinezza, e il Quarto polo di Calenda.
Insomma ridurre questa battaglia elettorale a due soli partiti appare una forzatura grottesca, al punto che c’è da chiedersi a chi giova questo continuo richiamo al voto utile. Tra l’altro il Pd in questa campagna elettorale, incentrata soltanto sul contestare ciò che dice la Meloni ma senza proporre alcuna idea di Paese, sta collezionando sberleffi e figuracce. Lo abbiamo già visto negli slogan elettorali, diventati meme sul web, e lo notiamo anche dai comizi con le piazze mezze vuote.
Aspetto, questo, che la dice lunga sul fatto che i dem siano ormai lontani dal Paese reale tanto che secondo un sondaggio di qualche settimana fa, il Pd è il partito che vanta il maggiore consenso tra chi guadagna 5mila euro al mese o più. Ne consegue una disaffezione da parte dei più bisognosi che vedono nel Pd la formazione politica dell’establishment che non sorprende visto che Letta e i suoi strizzano l’occhio più agli industriali che alla povera gente.
Che le cose stiano così lo si nota da infinite questioni che vanno dal mancato impegno per istituire un salario minimo che non sia la barzelletta che hanno proposto, fino al continuo tenere saldo in testa l’elmetto per sostenere l’Ucraina quando la metà degli italiani non chiede altro che la pace. Ma tutto ciò al Pd forse neanche interessa.