Sarà il fremito di un’alleanza immaginata con il Partito dei conservatori e dei riformisti europei ormai sfumata cammin facendo. Sarà la consistente sensazione di essere mal sopportata anche all’interno del proprio gruppo dei Popolari Ue, ma Ursula von der Leyen è riuscita a incorrere in un errore clamoroso: la sua campagna online per la rielezione alla guida della Commissione europea viola le regole di trasparenza approvate sotto la sua guida.
La campagna pubblicitaria dedicata a sette paesi Ue (tra cui Belgio, Finlandia e Italia) costa circa 70 mila euro e punta sui servizi di ricerca Google e sulla piattaforma YouTube. Nel video di von der Leyen vengono decantate le sue qualità di leadership e l’impegno profuso alla guida dell’esecutivo Ue.
Eppure in nessuno dei suoi annunci viene menzionata – come ha scoperto Politico – “la sua campagna o il suo partito (il Ppe) come acquirente ufficiale nel registro per la trasparenza di Google”.
La rivista internazionale sottolinea come una società di consulenza con sede a Parigi, la MCC AdQuality, risulti la “responsabile dei messaggi digitali” a sostegno di von der Leyen. Il nome è stato successivamente cambiato in MCC nel registro degli annunci politici di Google dopo le prime indagini della redazione di Politico.
La campagna online di von der Leyen per il bis
L’Unione europea ha recentemente approvato nuove regole per aumentare la trasparenza sulle campagne online, compresa la necessità per i candidati politici e i partiti di rivelare chi acquista spazi pubblicitari consentendo una chiara identificazione.
Von der Leyen non si candida per essere eletta al Parlamento europeo, è la candidata del Ppe a capo della Commissione e il suo successo elettorale potrebbe aprirle la strada per essere confermata dai leader dell’Ue come presidente della Commissione.
Il Ppe di Von der Leyen è anche firmatario di un codice di condotta per queste elezioni europee che include impegni per “garantire la trasparenza della pubblicità politica e dei messaggi della campagna” e comporta l’impegno di non pubblicare annunci politici tramite intermediari come agenzie pubblicitarie senza una corretta attribuzione alla fonte.
“MCC AdQuality ha speso 69.300 euro in totale per 17 annunci sui servizi di Google da metà marzo, quando von der Leyen ha annunciato la sua campagna per la presidenza della Commissione, secondo i dati sulla trasparenza della società tecnologica”.
Molti di questi annunci, che costano tra i 7 mila e i 35 mila ciascuno, “rappresentano alcune delle spese più elevate per annunci politici su Google negli ultimi due mesi in Europa, in base ai dati dell’azienda”.
Cosa prevede la normativa Ue sugli annunci online
Le norme dell’Ue sugli annunci online diventeranno vincolanti dopo le elezioni del Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno ma la Commissione (guidata dalla stessa von der Leyen) ha già invitato le principali piattaforme online, tra cui Google, a garantire che i partiti politici dietro i messaggi a pagamento fossero resi pubblici, nelle linee guida sull’integrità elettorale collegate alla nuova legge sulla moderazione dei contenuti dell’Ue.
Lunedì, sette Ong hanno criticato Google per aver reso difficile esaminare le pubblicità politiche e le potenziali interferenze straniere sui suoi servizi digitali.
All’inizio di questo mese von der Leyen aveva messo in guardia “dalla minaccia di interferenze straniere e ingerenze nella politica dell’Ue”. E, annunciando una stretta sulla trasparenza, aveva aggiunto: “Le grandi piattaforme digitali devono rispettare i loro obblighi”. Poi deve essersene dimenticata.