Di Fabrizio Gentile
E’ “incazzato nero” con i medici che l’anno dimesso dall’Ospedale di Este una manciata di minuti dopo il si’ all’arresto arrivato dalla Camera dei deputati con 395 voti a favore poco dopo le 14, convito di aver subito un “doppio tradimento” dai colleghi deputati e dai magistrati senza dimenticare i medici che pure gli avevano inizialmente indicato una prognosi di 40 giorni che arrivava quindi fino al 20 di agosto. E così Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto, deputato e tra i fondatori di FI, uomo potente e indagato per la vicenda delle tangenti per il Mose è in attesa di essere arrestato nelle prossime ore.
Un verdetto annunciato
Che le cose si fossero messe male lo si era capito subito, di prima mattina alla Camera quando (nonostante un diretto
riferimento fatto dal capogruppo Fi Renato Brunetta alle possibili ripercussioni sulle riforme durante la mattutina
capigruppo) la richiesta di rinunciare al voto era stata rinviata alla decisione dell’aula. E subito bocciata. Il Pd ha attribuito questa “minaccia” sulle possibili ripercussioni sulle riforme più ad una iniziativa di Brunetta, da sempre un “falco” dentro gli azzurri, che a un reale pericolo per il patto del Nazareno: più dinamica interna a Fi che vero tentativo. In Aula il dibattito sulla richiesta di rinvio è con il finale già scritto: contro si schierano il Pd, l’M5s e Sel. A favore Fi e Ncd, mentre Sc si astiene.
Si vota sulla richiesta di arresto poco dopo le 14.30 dopo un ennesimo tentativo di discutere prima il Ddl carceri fatto sempre – inutilmente- da Fi. Il voto è segreto, come previsto, e raggranella pochi voti in più di quelli preventivati: 138 contrari all’arresto. Due gli astenuti, 395 i voti a favore. Gelo in Aula con la Presidente Boldrini che poco dopo festeggia i 100 anni di Giovanni Bersani, esponente storico della sinistra bolognese, deputato e parlamentare europeo. Una scelta che per molti stride con il drammatico voto di pochi attimi prima.
Le assenze
In testa alla classifica dei deputati assenti c’è il Pd; alla votazione non hanno partecipato in 17, tra cui l’ex segretario
Pierluigi Bersani, Pippo Civati e Stefano Fassina. Tutti esponenti della opposizione interna. Presente e silente Enrico Letta. Alcune assenze anche in Forza Italia tanto da far intervenire il capogruppo Brunetta con una nota di rammarico. Mentre gli avvocati di Galan prevengono il voto della Camera presentando un’istanza per gli arresti domiciliari, la vera svolta-novità della giornata arriva dall’Ospedale di Este che mette alla porta Galan in pochi minuti:”sono incazzato e sapete bene con chi” spiega in carrozzella, prima di salire sull’ambulanza.
Solo contro tutti
Galan fa sapere ai giornalisti il suo- comprensibile- stato d’animo: ce l’ha con i deputati, con i magistrati e con i medici. È arrabbiato. Soprattutto con i camici bianchi che hanno ritenuto che le patologie di cui soffre non richiedano necessariamente l’ospedalizzazione, ma possano essere curate anche con l’assistenza domiciliare. Una scelta che ha “imbestialito” il deputato che non l’aveva in alcun modo preventivata. Galan ora è in una sorta di limbo,in attesa; tanto che ha telefonato ai carabinieri per informarsi del suo prossimo destino; è sottoposto ogni 4 ore al controllo del livello di glicemia, riceve terapie per le apnee notturne, per il diabete, e deve restare con la gamba ingessata in estensione. E l’ultimo affronto della giornata arriva dai grillini che da Roma chiedono che si dimetta da presidente della Commissione Cultura perché la detenzione ne “rallenterebbe” l’attività.
Per gli avvocati del deputato di Forza Italia, Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, “oggi si è scritta una pagina buia alla Camera dei deputati che costituisce un precedente assai preoccupante. Si è, infatti, votata l’autorizzazione a procedere in assenza dell’on. Galan che avrebbe voluto essere presente per difendersi. Gli si è negato anche questo diritto minimo’’.