Di Carmine Gazzanni
Il taglio c’è stato. Peccato però parliamo di briciole: secondo il conto consuntivo della Camera dei Deputati per il 2013, pubblicato in questi giorni, i gruppi parlamentari continuano a costare un occhio della testa: 32,6 milioni di euro. Una valanga di soldi se pensiamo che, rispetto al 2012, il risparmio è stato di soli 2,8 milioni. Una sforbiciatina e nulla più, insomma. Ma il punto è che, andando a spulciare bilanci e relazioni dei vari gruppi parlamentari, non mancano spese pazze e voci curiose. Vediamole assieme.
Convegni di lusso per il Pd
Il numero è esorbitante: 124 dipendenti per un totale di 293 deputati. Eppure, come si evince dalla relazione dei revisori dei conti, da regolamento ne sarebbero bastati 94. E invece no: il gruppo dei democratici ha deciso, discrezionalmente, di assumere altre 37 unità. Ed ecco allora che la spesa lievita: degli 11 milioni e rotti versati dalla Camera al gruppo Pd, quasi 8 se ne vanno via per pagare i 124 dipendenti. Ma, d’altronde, a Montecitorio gli uomini di Renzi non si fanno mancare nulla. Basti pensare alla lunga lista di convegni di lusso organizzati. Il seminario “Europa e democrazia”, ad esempio, è costato ben 43mila euro; quello su Italia e America Latina 10mila, quello sul lavoro femminile 20. Tutti argomenti importanti, ci mancherebbe. Ma i costi spaziali restano. Così come restano i circa 50mila euro spesi per la pubblicazione del dizionario sul linguaggio politico “Parole in democrazia”.
Quanti sondaggi per Fi
Silvio Berlusconi, lo sappiamo ormai da tempo, ha necessità quasi vitale di indagini statistiche e di quantificare il gradimento del suo partito. Non sorprende, allora, che tra le spese più curiose affrontate da Forza Italia spuntino 87mila euro per indagini demoscopiche. Una trovata che, peraltro, è stata seguita anche da altri gruppi, a cominciare dagli alleati di Fratelli d’Italia che hanno pagato 41mila euro appunto per “indagini commissionate a primaria società di rivelazioni statistiche e sondaggi”.
Ma anche sulla comunicazione il partito di Berlusconi non ha badato a spese. Nel corso del 2013 è stato finanziato con oltre 50mila euro un progetto commissionato alla Vodafone – “Progetto Comunicazione” – per creare un sistema telematico di collegamento (con tanto di app) tra uffici parlamentari, partito e deputati.
E i dipendenti? Lì si risparmia, essendo “soltanto” 39. Il trucco però c’è: come si evince dalla documentazione, infatti, il gruppo parlamentare accetta e offre stage universitari. Quanto siano “imparzialmente” formativi, poi, resta un mistero.
5Stelle multati perché risparmiano
Al paradosso non c’è mai fine. E così capita che il gruppo più accorto, il Movimento Cinque Stelle, venga multato proprio per essere stato troppo accorto. Il motivo va ritrovato nel fatto che, da regolamento, ogni gruppo parlamentare debba assumere un minimo di dipendenti. Regola a cui il M5S si è sottratto: 6 dipendenti in meno rispetto al previsto. Un errore. Ed ecco la multa: per ogni dipendente non assunto 30mila euro di penale. Totale: 180mila euro. Per essere stati (troppo) parsimoniosi.
Spese curiose
Le spese curiose però non finiscono qui. In tanti, ad esempio, hanno pagato società private per la realizzazione di siti affinchè simpatizzanti e iscritti potessero monitorare l’attività parlamentare.
È il caso del partito di Vendola che ha speso 32mila euro per “SelMade”. Ma c’è anche chi ha deciso di rimanere sul tradizionale come la Lega Nord: gli 80mila euro di “spese per comunicazione” sono finiti interamente per il rinnovo del contratto con Telepadania. Infine, il caso più curioso: tra le maglie del bilancio di Scelta Civica spunta la voce, per poco più di mille euro, “spese funebri”. Quasi tragicomico, vista la scomparsa del partito di Mario Monti.