Caos sul Concorsone. Già, perché sarà “buona” per gli studenti (forse), ma certamente non pare esserlo per i docenti. O, meglio ancora, non lo è per coloro che aspirano (ormai da anni) ad ottenere una cattedra. Già, perché se appena ieri è partito senza intoppi il concorsone per i 165 mila aspiranti professori, oggi arriva la notizia che potrebbe far saltare il tavolo. O, almeno, romperlo.
Dopo il niet del Tar, infatti, il Consiglio di stato ha ammesso al concorsone della scuola anche i semplici laureati senza abilitazione. E non solo. Potranno sostenere la prova scritta del concorso di scuola elementare, il prossimo 31 maggio, anche i diplomati magistrali a indirizzo linguistico, esclusi come i colleghi in possesso soltanto della laurea dai bandi del concorso che assegnerà 63.712 cattedre. E se la prova è già stata svolta ieri, occorrerà ora che il ministero dell’Istruzione si attrezzi per farla recuperare ai destinatari del provvedimento dei giudici amministrativi. Un bel pasticcio perché – se ci fossero esclusi tra le classi di concorso svoltesi ieri – si rischia di mandare all’aria tutto.
Ma entriamo più nel dettaglio per capire cosa sia successo. Il Tar Lazio aveva respinto il ricorso di docenti non abilitati che chiedevano di essere ammessi al concorso, ma invece il Consiglio di Stato, con due distinte ordinanze cautelari, ne ha ammessi con riserva tre (per il momento) con la seguente motivazione: “Considerato che l’interesse delle ricorrenti può essere tutelato con l’ammissione delle appellanti al concorso, ai soli fini dell’espletamento delle prove, restando esclusa nell’eventuale prosieguo anche l’immissione con riserva nella relativa graduatoria”.
Nel dettaglio, parliamo dell’ordinanza n. 1598 con cui il Consiglio di Stato ha ammesso con riserva alla prova scritta una docente laureata non abilitata che ha chiesto di partecipare al concorso in Calabria. E con l’ordinanza n. 1600, poi, ha ammesso con riserva alla prova scritta due docenti di scuola primaria non abilitate che hanno chiesto di partecipare rispettivamente al concorso in Lombardia e nelle Marche.
Ora, dopo queste due ordinanze cautelari, è probabile che ne arrivino molte altre a favore di laureati non abilitati. Non a caso Anief, che ha patrocinato le impugnative, parla di 25 mila interessati e lascia intendere che le prove scritte dovrebbero essere replicate se, in attesa delle nuove pronunce del Consiglio di Stato, fossero già state svolte secondo calendario non consentendo agli ammessi con riserva di parteciparvi. Un caos assurdo. Dove a vincere non è nessuno. E a perdere sono tutti. A cominciare dalla “buona scuola”.