di Cosimo Pavone
Dopo mesi di crisi economica, politica, sociale, culturale e civile determinata dai sommovimenti di massa contro il carovita e corruzione – che hanno portato alle dimissioni del governo conservatore di Boyko Borissov e al voto anticipato del 12 maggio us – la Bulgaria ha finalmente un nuovo governo che sarà difficile calcolare quanto durerà e quanto sarà in grado di approvare le riforme di struttura e di sovrastruttura tante volte dichiarate ma mai varate. Per di più sollecitate da Bruxelles.
L’esecutivo, guidato dall’economista Plamen Oresharski, ha ottenuto la fiducia del Parlamento con i voti della sinistra socialista e del partito della minoranza turca(Dps), e con l’astensione del partito nazionalista Ataka. Una coalizione atipica che dovrebbe affrontare i drammatici problemi lasciati in eredità dal passato governo di Borissov che ora guida dall’opposizione il suo partito Gerb( Cittadini per lo sviluppo Europeo della Bulgaria). Un partito personale e autocratico che, grazie anche a Berlusconi, si trova schierato nel PPE non di certo facendogli fare una bella figura per non aver combattuto la corruzione ( la Bulgaria secondo Trasnparency Internazional sta al 73 posto dei paesi più corrotti al Mondo) e, in più, per non aver fatto la lotta contro la criminalità organizzata e il clientelismo. A conti fatti,la coliazione di Borissov ha ottenuto un risultato negativo, perciò ha perso le elezioni. Sotto questo aspetto è la pecora nera sia del PPE sia dell’Ue, pur avendo la Bulgaria tante energie e potenzialità per risalire la china.
Ma chi è veramente Borissov che ha reso la Bulgaria una “foresta pietrificata” in cui, suo malgrado, solo l’iniziativa della mano privata ha potuto far fiorire una serie di attività nei diversi settori.
Bojko Borissov, durante il comunismo, era un ufficiale dei vigili del fuoco e giovanissimo, entrando nella scuola militare, si iscrisse al partito, diventando un esponente del Partito Comunista Bulgaro.
Dopo il crollo del comunismo, come molti del suo status, entrò nel cono d’ombra di attività non trasparenti al confine con l’illegalità. Fino a quando non entrò in prima persona in politica le sue attività principali furono le “assicurazioni” e la “protezione” di società, negozi, bar, club…
Nel contempo, Borissov , come body guard, stava al servizio dell’ex dittatore comunsta Todor Jivkov e del Re Simeon II che divenne, tramite il suo partito (NDSV) che vinse le elezioni, Capo del governo.
In questa occasione iniziò l’ascesa al potere di Borissov, diventando prima Capo segretario del Ministero degli Interni e, successivamente, Simeon II lo promosse da Luogotenente a Generale. Nel 2005, dimettendosi dalle cariche ricoperte, si fece eleggere sindaco di Sofia, raccogliendo attorno a sé alla maniera dura tutto il potere comunale, e forte di ciò subito dopo fonda il Gerb che vinse le elezioni europee sfruttando un’affluenza bassissima e in base a questo risultato chiese nuove elezioni politiche che lo porteranno a Capo del governo.
Le sue performance di governo illegali e autoritarie hanno provocato un malcontento che si è dovuto dimettere nel febbraio 2013.
Borissov, pur essendo un solista del potere, ha come “compagno di merenda”, il Presidente delle repubblica Plevneliev, legato al circolo economico degli “imprenditori” Tzvetelina Borislavona e Ivo Prokopiev – “Capital”. Alla caduta di Borissov, il Presidente nominò Primo ministro ad interim l’ex diplomatico Marin Raykov, figlio di uno dei principali agenti dei servizi segreti comunisti. Per farla breve, per vincere alla grande fece stampare top secret ( per modo di dire) 400mila schede elettorali false in una tipografia di proprietà di Borissov
Alla luce dei fatti di oggi, si stanno svolgendo pacifiche proteste di piazza senza alcun obiettivo politico, ma con la parola d’ordine: legalità, occupazione, meno tasse e più alti salari e stipendi. Ma la coalizione “insalata russa” che sta al governo, avrà vita difficile e breve, se non adotterà misure rapide alle istanze richieste dalla gente in carne e ossa.
Comunque sia, la Bulgaria è in mezzo al guado.