Un bottino di almeno 900 milioni di euro. Quasi tutti – il 90% per la precisione – rigorosamente in nero. È il prezzo pagato complessivamente dai genitori che temono la bocciatura del figlio a scuola e si affidano alle ripetizioni pomeridiane per migliorare il rendimento scolastico. La media di spesa, stimata per una famiglia, è di 1.620 euro all’anno. Con un peso sul bilancio, soprattutto in questa fase di crisi economica, davvero difficile da sostenere.
La studio della Fondazione Luigi Einaudi ha denunciato il grande giro di affari, con il pericolo di evasione fiscale, legato alle lezioni private. Creando addirittura una sorta di conflitto di interessi negli istituti: gli studenti si rivolgono 7 volte su 10 ai professori della stessa scuola che frequentano. Puntano, insomma, sui colleghi dei loro titolari di cattedra.
“Il 90% delle famiglie coinvolte ha dichiarato di non ricevere alcuna ricevuta fiscale dal docente presso cui si è tenuta la prestazione. Se ne deduce che 9 insegnanti su 10 non dichiarano al fisco quanto incassato per ripetizioni e lezioni private fuori dall’orario scolastico”, scrive la Fondazione nella ricerca, citando il sondaggio effettuato in forma anonima per ottenere una maggiore veridicità delle risposte.
Conflitto di interessi per le ripetizioni
Ma la questione è addirittura più complessa, tirando in ballo un “conflitto di interessi” latente. “Il 70% degli intervistati prende lezioni da docenti della medesima scuola di appartenenza. In altre parole, per recuperare il proprio ritardo in una materia e quindi con un’insegnante, chiedono aiuto ad altro insegnante della stessa materia e stessa scuola. È presumibile che studenti di un’insegnante A prendono lezioni privatamente da un’insegnante B e viceversa”, prosegue la Fondazione Luigi Einaudi. Che entra nel dettaglio dei dati: “l costo orario medio delle ripetizioni private è di 27 euro. Per recuperare la sufficienza uno studente necessita mediamente tra le 50 e le 70 ore di lezioni private. Ossia due ore a settimana per 25-30 settimane (6 mesi)”.
Nella parte conclusiva della ricerca ci sono anche degli spunti di riflessione: perché numeri così elevati per le ripetizioni private non si registrano altrove in Europa e nel mondo? Anche per questo motivo la Fondazione Einaudi ha chiesto al Governo e al Ministero dell’Istruzione l’apertura di un’indagine interna: “Gli studenti italiani devono poter contare sul sistema scolastico pubblico senza doversi avvalere di lezioni private e quindi a pagamento”, ribadisce il documento preparato.