Dopo episodi in varie città europee, i giornali hanno sparato titoli tipo “Allarme antisemitismo”, “È caccia all’ebreo”. Ma penso siano esagerazioni. Di tutta la gente che conosco non c’è nessuno che sia antisemita. Forse ce n’è qualcuno a Casa Pound, ma quelli c’erano anche prima.
Attilio Righi
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Gentile lettore, la mia impressione coincide con la sua. Non mi viene in mente nessuno tra le mie conoscenze che sia antiebraico. Anzi, vedo xenofobia verso africani e musulmani, ma non verso gli ebrei. Ciò che cresce non è l’antiebraismo ma una cosa diversa: è il disgusto per Israele a causa delle stragi di civili palestinesi a Gaza. Israele non è l’ebraismo: è solo uno Stato basato su un’ideologia coloniale etno-nazionalista chiamata sionismo. Il problema è che da decenni opera una truffa lessicale per cui chiunque accusi le politiche di Israele viene definito antisemita. Ma è falso. Milioni di ebrei nel mondo sono critici di quelle politiche. Sono antisemiti anche loro? Gli ebrei ortodossi americani addirittura considerano illegittima l’esistenza stessa dello Stato di Israele, benché suoni come anatema alle orecchie degli ingenui europei. Al cuore di questo inganno lessico-concettuale sta la parola “antisemita”, sulla quale i sionisti reclamano un diritto esclusivo. Ebbene, sono semiti anche gli arabi. Anzi gli arabi, essendo 450 milioni (ed escludo tutti i popoli musulmani non arabi), rappresentano il 98% del semitismo, di cui Israele coi suoi 8 milioni di ebrei è meno del 2%. Eppure, se gli arabi criticano Israele, sono accusati di “antisemitismo”. È un’offesa alla logica, è la beffa delle beffe.
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