La Bce continua nella sua doppia guerra alle famiglie più in difficoltà, quelle che maggiormente risentono degli effetti dell’inflazione. Al di là del rialzo dei tassi, che incide pesantemente sui mutui, le parole della presidente Christine Lagarde mandano un chiaro messaggio su due fronti: da una parte contro l’aumento degli stipendi e dell’altra contro tutti gli aiuti in bolletta offerti ai cittadini a causa della crisi energetica.
Lagarde chiede di non alzare i salari contro l’inflazione
Lagarde ribadisce quanto già detto più volte negli ultimi mesi: le aziende non devono “compensare interamente” i lavoratori con aumenti salariali adeguati all’inflazione per non portare a “effetti di un’inflazione di secondo ciclo”. In sostanza la governatrice della Bce dice di non aumentare gli stipendi dei lavoratori, nonostante il netto calo del potere d’acquisto.
La presidente dell’Eurotower sostiene che “i recenti accordi salariali in alcuni Paesi hanno aggiunto pressioni all’inflazione”. Invece servirebbe una maggiore debolezza della domanda per frenare i prezzi, a suo avviso. Un ragionamento che di certo non considera la condizione dei lavoratori che a causa del caro-vita fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Eppure la stessa Lagarde sottolinea che per ora “non si vede una spirale salariale”. Gli aumenti di stipendio, quindi, non hanno causato un aumento dell’inflazione. La spirale salari-inflazione, inoltre, non si è registrata nell’ultimo anno, soprattutto perché il caro-vita è dettato da uno shock esterno, ovvero la crisi energetica. C’è un altro dato che deve far pensare che probabilmente non esistono, oggi, legami tra salari e inflazione: l’Italia, tra i Paesi in cui il caro-vita scende più lentamente, i salari sono fermi al palo e il reddito reale delle famiglie è sceso del 3,5% a fine 2022, stando ai dato Ocse.
Crisi energetica, la Bce chiede di eliminare gli aiuti alle famiglie
La guerra della Bce alle famiglie con redditi medio-bassi, però, non si conclude qui. L’altro capitolo è quello della crisi energetica: Lagarde sostiene che le cose vadano meglio sul fronte energia e per questo i governi “dovrebbero ritirare tempestivamente e in modo concertato le relative misure di sostegno per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine”.
Un ragionamento che viene fatto da tempo dagli esperti, in effetti, secondo i quali gli aiuti non dovevano essere indiscriminati per sollecitare chi poteva permettersi bollette più alte a risparmiare e consumare meno gas. Senza, però, dimenticare che alcuni aiuti sono necessari per chi invece le bollette proprio non riesce a pagarle. Lagarde, invece, non fa alcuna distinzione e chiede di eliminare tutti gli aiuti. Fornendo un assist anche al governo Meloni che ha smantellato parte degli aiuti in bolletta e che potrebbe, sollecitato dalla Bce, eliminare anche gli altri sostegni.