La battaglia non è finita, neanche quella legale. La quarta sezione del Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi contro il termovalorizzatore di Santa Palomba, confermando la decisione del Tar. Ma le associazioni non si danno per vinte e continuano sia con le proteste che con le iniziative politiche e, se necessario, legali. Azioni che sono già state intraprese tanto dai comitati contrari all’impianto voluto dalla giunta capitolina e dal commissario straordinario per il Giubileo, quanto dai sindaci dei comuni limitrofi a Santa Palomba, come Albano, Ardea e Pomezia. E – assicurano gli stessi comitati che si battono contro l’Ecomostro – la battaglia continua: sia con manifestazioni in piazza che con azioni legali.
La sentenza e i prossimi passi per la costruzione del termovalorizzatore
Per il Consiglio di Stato sono infondate le motivazioni dei ricorsi, sia nel merito che nel metodo. La scelta del termovalorizzatore è ritenuta “rispettosa della gerarchia dei rifiuti” perché “riduce in modo significativo il conferimento in discarica”. Inoltre consente di avere un “minor impatto ambientale” e non è in contrasto con il piano regionale dei rifiuti, considerando anche i poteri del commissario straordinario, ovvero il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Per i giudici, alla fine, il termovalorizzatore è persino necessario.
Chiusa la partita legale, ora si va avanti con il cronoprogramma per l’impianto. Si sa che non arriverà in tempo per il Giubileo, ma l’inaugurazione potrebbe essere prevista nel 2027. La gara pubblica è online e scadrà a metà maggio. Il cantiere dovrebbe aprire a gennaio 2025, per 26 mesi di lavori. La speranza, quindi, è che il termovalorizzatore sia in funzione a febbraio del 2027.
I comitati non si arrendono: la battaglia contro l’Ecomostro continua
Per chi si oppone al cosiddetto Ecomostro di certo si tratta di una brutta battuta d’arresto, ma la guerra non è finita. Lo sottolinea anche il Movimento 5 Stelle, con il vicepresidente della commissione capitolina Ambiente, Daniele Diaco, e la capogruppo, Linda Meleo: “Mettiamolo subito in chiaro: questo non ci farà demordere né arretrare di un millimetro. Va avanti decisa, quindi, la nostra battaglia a fianco dei comitati e delle associazioni ambientaliste in difesa dell’ambiente e della salute delle persone”.
E non si arrendono neanche i comitati, tanto da aver già indetto – per la giornata di oggi – un’assemblea pubblica davanti al sito dove sorgerà l’impianto. In mattinata c’è stata anche la protesta a Piazza Santi Apostoli, proprio per sottolineare che la lotta continuerà e per rilanciare le iniziative di marzo.
“La storia di questo conflitto ambientale è ancora tutta da scrivere”, sottolineano. Lo fa, contattato da La Notizia, anche Alessandro Lepidini, del Comitato No inceneritore Santa Palomba, spiegando che il Consiglio di Stato si è espresso su quattro ricorsi, tra associazioni e sindaci della zona interessata. Ricordando, inoltre, che oltre ai ricorsi pendenti al Consiglio di Stato ce ne sono anche altri per esempio al Tar in questo momento.
La mobilitazione, in ogni caso, non finisce qui e accompagnerà anche l’azione legale. Puntando su una “spinta mobilitativa importante, crescente, diffusa e continua”. Tutto l’iter procedurale, nelle prossime fasi, sarà “attenzionato e contrastato con tutti gli strumenti giuridici a disposizione”, assicura Lepidini. Tanto che già si parla dell’ipotesi di “andare a impugnare” alcuni iter autorizzativi: “Stiamo valutando anche altre strade rispetto al pronunciamento del Consiglio di Stato”.