di Mimmo Mastrangelo
Negli ultimi mesi sono usciti diversi titoli sulle increspature e le lotte di potere all’interno delle Mure Leonine. Tra queste pubblicazioni “Padri Nostri” (Manni Editore) è quella che, probabilmente, meglio affronta l’argomento, non fosse per un certo rigore documentaristico e nessun intento a ricercare l’effetto scandalistico. Lo ha scritto Elisa Pinna, che è caposervizio alla redazione esteri dell’Ansa, ma soprattutto è una vaticanista che conosce e segue attentamente da lungo corso le vicende della Chiesa. Il libro della Pinna presenta con accortezza gli eventi (discutibili) che si sono succeduti all’ombra della Santa Sede negli ultimi anni, ne analizza risvolti e conseguenze che hanno avuto come epilogo, tra l’altro, le dimissioni di Papa Ratzinger. “Sono anni – ammette Elisa Pinna – in cui emersa in tutta la sua gravità la crisi di una istituzione millenaria: l’apparato vaticano è franato sotto i complotti di Palazzo, divenendo sempre più scollegato dal gregge di un miliardo e duecento milioni di cattolici, in affanno di fronte ai cambiamenti del pianeta e alle accelerazioni della storia”. Insomma, la Chiesa – come la politica, i partiti – ha perso di vista il suo orizzonte, la sua retta via , è inciampata più volte su posizioni e dichiarazioni che hanno irritato “gli ambienti” di altre religioni, ha pagato la rottura tra i vertici e la base, ha visto allontanarsi da sé migliaia di fedeli, specie nella sua antica roccaforte che è stata per secoli l’Europa. Gestiti male e affrontati peggio sono stati poi tanto i casi di pedofilia (“Tutti sapevano, tutti occultavano” testimonierà il teologo brasiliano Leonardo Boff) quanto la revoca da parte di Raztinger della scomunica a quattro porporati scismatici, le uscite scioccanti del conservatore lefebvriano Richard Williamson, il quale è arrivato a denigrare il Concilio Vaticano e rivoltare la storia, negando i lager e la persecuzione razziale durante la seconda guerra mondiale. Ma certamente ciò che ha gettato più scorno e fango sull’altra sponda del Tevere è stato lo scandalo Vatileaks (la guerra combattuta a colpi di dossier per distruggere la credibilità dalla Curia) nonché l’ implicazione dello Ior in movimenti di capitali in cui la banca pontificia ha fatto da “agenzia-filtro” per smacchiare capitali sporchi. Le pagine della Pinna chiamano alla propria responsabilità i porporati che hanno gestito gli affari del Vaticano, in primis il segretario di stato Tarcisio Bertone (ma ad ottobre prenderà il suo posto l’arcivescovo Pietro Parolin), un salesiano furbo che si è creato intorno a sé una corte di porporati amici, riuscendo a scavalcare nel potere decisionale lo stesso Papa Ratzinger. Il quale si è trovato davanti a un’uscita di scena che è più di un’ammissione di quanto sia impellente che la Chiesa venga liberata dalle zavorre del potere e risanata dalle interne ferite. Le ultime pagine dell’opera di Elisa Pinna, naturalmente, chiamano in causa il Papa eletto a sorpresa e venuto dalla fine del mondo: si chiede la giornalista e scrittrice se davvero Bergoglio riuscirà a dar vita ad una riforma reale e forte o se i suoi atti avranno solo un forte impatto mediatico? “Papa Francesco – chiosa Pinna – non ha molto tempo per rimettere in acqua la barca di Pietro… Il tempo incalza può giocare a suo favore, come fu nel caso di Giovanni XXIII che con il Concilio Vaticano aprì la Chiesa ad una nuova era. Oppure l’età potrebbe trasformarsi in un ostacolo per un uomo intenzionato a lasciare il segno”.