La vicenda del denaro che nel 2010 il Venezuela avrebbe dato a Gianroberto Casaleggio, 3,5 milioni di euro, sta assumendo toni surreali, da filmaccio sulle dittature sudamericane che Woody Allen mise alla berlina ne Il dittatore de lo stato libero di Bananas. Vi sono diverse cose che non tornano nel documento pubblicato dal giornale conservatore e monarchico spagnolo Abc a firma di Marcos Garcia Roy. Intanto la scritta è sbagliata. A “Ministero de la Defensa” manca “e del Podel Popular”. Poi viene utilizzato un vecchio stemma con un cavallo che guarda in direzione sbagliata e la firma è posticcia. La somma sarebbe stata stanziata dall’allora ministro degli Esteri Nicholàs Maduro (nella foto), presidente Hugo Chàvez, ed erogato tramite un funzionario, poi arrestato per narcotraffico dagli Usa. Il console venezuelano a Milano, che avrebbe passato i soldi a Gianroberto Casaleggio, nega tutto e annuncia querela, come fa anche Casaleggio jr. Insomma una supercazzola.
Occorre allora chiedersi a chi giovi fare tutto questo polverone mediatico. La risposta più semplice è quella suggerita dall’unire i puntini… e il disegno che ne esce è quello di una ultra-destra spagnola che ha tutto l’interesse a destabilizzare il governo italiano. Chi ha prodotto il confetto malamente avvelenato è stata una mente sempliciotta che ha accorpato la passione terzomondista di una parte dei Cinque Stelle ad un immaginario asse transatlantico tra Italia e Venezuela. Quello che meraviglia è che giornalisti di un certo peso come ad esempio Massimo Franco sul Corriere della Sera non abbiano perso occasione per atterrare con i piedi nel piatto schizzando ministra ovunque.
Il suo articolo di ieri è un bricolage, questo sì, di complottismo tirato su non con solide prove, ma su sottili tracce di fumo inconsistenti ed anzi molto probabilmente farlocche. E così ha fatto anche Il Foglio, con un articolo di Maurizio Stefanini, che si definisce “garantista fino in fondo”, peraltro fondato da quel Giuliano Ferrara che di soldi e servizi se ne intende, per sua stessa ammissione. La sua ricostruzione è più articolata di quella del Corriere, ma la sostanza non cambia e si basa su una, anche qui, presunta “simpatia” del Movimento Cinque Stelle per il Venezuela. Un po’ pochino per scucirgli tanti soldi. Non poteva mancare il solito Matteo Renzi che dotatosi da poteri da pm ha chiesto di indagare.
A quanto si è appreso anche la Procura di Milano intende capire come sono andate le cose. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanellli aprirà un fascicolo, senza ipotesi di reato né indagati, per tentare di fugare i dubbi sulla veridicità del documento attribuito da Abc all’intelligence venezuelana. Gli eventuali reati, tuttavia, sarebbero già prescritti, come ha ipotizzato, due giorni fa, il procuratore capo, Francesco Greco, commentando la vicenda con alcuni cronisti.