Dagli attacchi informatici alla vendita di armi a Vladimir Putin. Queste le attività con cui il leader della Nord Corea, Kim Jong-un, si fa beffe delle sanzioni internazionali. A denunciarlo è l’Istituto per la strategia di sicurezza nazionale della Corea del Sud, che ha pubblicato un rapporto sull’economia grigia nordcoreana, secondo cui il regime di Pyongyang ha guadagnato oltre 6 miliardi di dollari attraverso hacking e altre attività illecite negli ultimi sette anni.
Come si legge nel rapporto, la Nord Corea è sottoposta a sanzioni internazionali da decenni a causa del suo programma di armamenti nucleari e dei suoi continui lanci missilistici che destabilizzano l’intero estremo oriente. Un regime sanzionatorio che ha costretto Pyongyang a riversarsi su attività illegali, come il contrabbando di carbone, che tra il 2017 e il 2023 hanno raggiunto un totale di 6,29 miliardi di dollari.
Proprio le esportazioni illegali di carbone hanno fruttato a Kim la bellezza di 2,15 miliardi di dollari nei sette anni presi in considerazione. Al secondo posto dei business nord coreani c’è l’invio di lavoratori in Cina e in Russia, per un totale di 1,75 miliardi di dollari, mentre al terzo spuntano le attività informatiche illegali che valgono altri 1,35 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il traffico di armi, il rapporto stima che la Corea del Nord sia riuscita a incamerare 540 milioni di dollari attraverso l’esportazione di materiali militari, a partire dai proiettili di artiglieria, alla Russia lo scorso anno. Queste munizioni, secondo le accuse occidentali, sono utilizzate nella guerra in Ucraina.