Un commando di terroristi ha seminato morte e distruzione nel Kashmir meridionale, causando una vera e propria strage. Il bilancio provvisorio, diffuso dalle autorità indiane, riferisce di 26 vittime accertate – in gran parte turisti – ma si teme che il numero possa aumentare, a causa della presenza di almeno altri dieci feriti in gravi condizioni.
Sul luogo dell’attentato si è recato il ministro dell’Interno indiano, Amit Shah, che ha prima deposto corone di fiori in memoria delle vittime, e successivamente, parlando con i sopravvissuti, ha assicurato che il governo di Nuova Delhi farà tutto il possibile per assicurare alla giustizia i responsabili della strage.
A coordinare le indagini, su ordine del primo ministro Narendra Modi, sono gli agenti speciali dell’Agenzia Nazionale Investigativa (NIA), guidata da un Ispettore Generale, con il supporto delle forze di polizia locali.
Kashmir nel sangue: un attentato terroristico causa 26 morti. Ira dell’India che accusa il Pakistan di essere dietro al commando
Un massacro che rischia di infiammare l’intera area, dato che l’India sospetta il coinvolgimento del Pakistan, con il quale è in corso da decenni una contesa territoriale per il controllo del Kashmir. Una tesi investigativa che sarebbe supportata dall’ipotesi che il commando responsabile dell’attacco fosse composto da militanti stranieri legati ai servizi pakistani.
Accuse alle quali ha risposto il ministro della Difesa pakistano, Khwaja Asif, definendole “fake news” e ribadendo che il Pakistan “non ha nulla a che fare con l’attacco”.