Dai bilanci da far rientrare nei paletti Ue ai migranti, la vita dei membri della Commissione europea è piuttosto frenetica. E allora, tra una riunione e l’altra, tra un attacco all’Italia e l’altro, è più che giusto che i vari Jean-Claude Juncker, Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis si godano ogni tanto un’oretta di svago in “locali di ritrovo”. Pare uno scherzo. E invece, nonostante siamo a scadenza di legislatura europea viste le imminenti elezioni, uno degli ultimi atti della Commissione Ue è stato quello di indire un bando di gara per la “fornitura di mobili per locali di ritrovo e di ristorazione”. Valore dell’appalto stimato: 28 milioni di euro. Spiccioli.
Ma attenzione: è nel capitolato tecnico che la Commissione dà il meglio di sé. “La convivialità inizia da un’idea di condivisione – si legge nella documentazione ufficiale – E la convivialità è per sua natura libera, aperta, volontaria, calda, piacevole, positiva, animata, semplice, leggera, spontanea con il minimo di vincoli. La facilità d’uso è aperta a tutti, senza esclusività, non gerarchica, informale, adattata al contesto”. Una favola. E non a caso, entrando nello specifico, tra i mobili richiesti dalla Commissione e che dovranno creare open space, angoli per caffè e fast food nei vari luoghi di ritrovo istituzionale in Europa per – citato – “lottare contro lo stress e le sofferenze sul lavoro, creare legami sociali, ammorbidire i difficili compiti”, c’è una varietà di richieste: tavolini di ogni tipo, vassoi, sgabelli, panchine e banchi da birreria. Finanche piante finte affinché i clienti dispongano di “un’estetica di alto livello” (tanto che si chiede che le piante artificiali abbiano perlomeno tronchi di legno per illudere sia tutto reale…).
E, ovviamente, accanto ai luoghi di convivialità per prendere una boccata d’ossigeno la Commissione prevede anche di creare aree di ristorazione. In questo caso si prevedono “mense con una capacità tra 100 e 500 posti”, più ristoranti self-service “con capacità tra 200 e 1.000 posti”. E veri e propri ristoranti, per un massimo, questa volta, di 200 coperti. Non solo: nell’elenco c’è spazio anche per “sale per banchetti con capacità compresa tra 20 e 200 posti”. Inevitabile ricordare le parole del grande Totò, principe della risata: “A proposito di politica, quand’è che si mangia?”.