Uno scambio veloce con i cronisti prima dell’inizio della seconda giornata del Consiglio europeo e una conferenza stampa di circa 40 minuti al termine dell’Euro summit. Tanto basta al premier per fare il punto sul negoziato in corso a Bruxelles per evitare all’Italia la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Poche ore di sonno alle spalle (nella notte lungo colloquio informale con Angela Merkel, Emmanuel Macron e Xavier Bettel), tanta prudenza sull’obiettivo di schivare la procedura. E alcuni punti fermi.
PATTI CHIARI. “È un negoziato molto difficile e complesso, mai pensato che ci fosse una strada spianata”, dice Giuseppe Conte. Ma “una soluzione è possibile”: “Ho già dimostrato di essere un tipo molto determinato e continuerò a dimostrarlo. Confido nel fair play di tutti coloro che si siedono attorno al tavolo”. Anche se la situazione è singolare con una Commissione uscente e “non è detto che questo giochi a nostro favore”. Il negoziato continua: Conte conferma i contatti con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, poi ci sarà il G20 a Osaka, e il prossimo Consiglio europeo il 30 giugno.
L’Europa insiste con il rispetto delle regole, l’Italia, ribadisce il premier, non ha nessuna intenzione di infrangerle anzi, numeri alla mano, intende dimostrare la loro osservanza. E a chi gli chiede se il Governo sia in una posizione di debolezza nella partita delle nomine, a fronte dei conti pubblici sotto esame, risponde sicuro: “Ho fatto 38-39 missioni in un anno e non ho mai avuto l’atteggiamento di uno con il cappello in mano, neppure a Bruxelles”. La Commissione Ue “ha operato delle proiezioni di stima” sui nostri conti, “noi invece abbiamo un costante monitoraggio: i numeri reali li abbiamo noi”, rivendica. E’ ingiusto che all’Italia venga chiesta una manovra correttiva se con la legge di assestamento di bilancio, destinata ad approdare in Cdm mercoledì prossimo – tra minori spese e i due miliardi di tagli congelati nell’ultima manovra la dote è di 5-6 miliardi – si riuscirà a dimostrare di contenere il deficit 2019 al 2,1%. Ma l’esecutivo Ue è sospettoso soprattutto degli impegni sul 2020.
Il leader della Lega, secondo cui “la procedura d’infrazione va evitata ma non a ogni costo”, continua a pressare sulla flat tax, legandone la realizzazione alla tenuta del governo. Bene, replica Conte, “io sono forse più ambizioso di lui: serve un nuovo patto fiscale tra stato e contribuenti. Attendo proposte concrete”. Ci sono “ottime possibilità per scongiurare la procedura d’infrazione”, diffonde ottimismo il Luigi Di Maio. “Non ho mai sottoscritto nessun emendamento o modifica a trattati sfavorevole all’Italia e non lo farò mai”, dice Conte.
AFFARI EUROPEI. E non è un caso che l’Italia abbia chiesto di modificare le conclusioni dell’Euro summit, rendendo meno convinto il sostegno dei leader alla riforma del Fondo salva-Stati. Mario Draghi ha ricevuto gli applausi di tutti i leader Ue. “Come italiano, mi ha reso orgoglioso”, racconta il premier. E c’è chi legge in queste parole la ricerca di una sponda nel governatore della Bce. Il mandato di Conte (con Tria) a trattare con l’Europa ora è pieno. E il nuovo ministro per gli Affari europei? “Conto che ci sia entro la settimana prossima”, dice Salvini. “Siamo nell’ambito di un negoziato delicato e andiamo avanti ma quanto prima – afferma Conte – c’è la mia disponibilità anzi la richiesta di aiuto”.