I Conservatori di Boris Johnson stravincono in Gran Bretagna. Secondo le ultime proiezioni ottengono 363 seggi, 47 in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre i Laburisti di Jeremy Corbyn si fermano a 203, perdendone 59. Sale lo Scottish National Party a 48 seggi, 13 in più rispetto alle elezioni precedenti, mentre i LibDem si fermano a 11 (1 in meno). La vittoria di Johnson apre la strada all’attuazione della Brexit in tempi brevi, già nelle prossime settimane, dopo l’accordo raggiunto con l’Unione Europea. “Abbiamo provocato un terremoto e cambiato la mappa politica del Paese, dobbiamo cambiare il partito per essere all’altezza” ha commentato Johnson.
“Realizzare la Brexit – ha aggiunto il premier inglese – è una decisione inconfutabile, indiscutibile del popolo britannico. E’ la più grande vittoria dagli anni 80, quando molti di voi non erano neanche nati. Adesso uniamo il Paese. Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit. Metterò la parola fine a tutte le assurdità di questi tre anni e realizzerò la Brexit entro gennaio, senza se e senza ma”.
La sterlina in forte rialzo dopo la vittoria. La valuta britannica è arrivata a superare 1,35 dollari per la prima volta da maggio 2018, registrando il balzo più forte in un decennio. Poi è ripiegata a 1,3446, in crescita di oltre il 2%. Nei confronti dell’euro, la sterlina ha raggiunto i massimi da luglio 2016, guadagnando l’1,8% a 83,05 pence per un euro.
E’ la terza volta in meno di cinque anni che il Regno Unito è tornato a votare, ma è la prima volta dal 1923 che le elezioni si sono tenute a dicembre. Segno anche questo dell’eccezionalità di una situazione che, stavolta, si è avvitata intorno al referendum sulla Brexit. Da oltre un anno a questa parte i conservatori al governo hanno tentato di approvare in Parlamento un accordo che portasse all’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, ma l’esito è sempre stato negativo per mancanza di voti sufficienti. Insuccessi continui che, il 24 luglio scorso, hanno indotto alle dimissioni la ex premier Theresa May per lasciare il posto a Johnson, fautore della ‘hard Brexit’, più dura di quella negoziata in precedenza.
Alla prova dei fatti, però, anche Johnson si è ritrovato a corto di maggioranza in un Parlamento ormai bloccato, per cui il voto a dicembre e’ sembrato l’unica via d’uscita. Unica e vincente, visto che i numeri dei conservatori sono tali da evocare paragoni con le maggioranze di Margareth Thatcher. “Get Brexit done” (realizza la Brexit) e’ lo slogan con cui Johnson ha avuto la meglio su Corbyn, che aveva promesso di rinegoziare l’accordo sull’uscita dall’Ue per poi sottoporlo a referendum popolare.