Le Lettere

Jane Birkin, je t’aime encore

Che tristezza la morte di Jane Birkin. Brigitte Bardot era solare, era la gioia di vivere, ma Jane era enigmatica, intrigante. Ero pazzamente innamorato di lei.
Andrea Lucangeli
via Facebook

Gentile lettore, io ero innamorato di tutt’e due e lo sono ancora. Non è una battuta: da adolescenti o adulti spesso non si sceglie una sola strada ma se ne scelgono due. BB era pura bellezza, sensualità, una Venere. La Birkin incarnava un Olimpo coevo ma diverso: era la dea della libertà sessuale. Il suo corpo era androgino: gambe magre, bacino stretto, seno scarso, i due incisivi superiori un po’ sporgenti. Il magnetismo scaturiva da quei tratti, oltre che dalla sua vita anticonformista, specie nei 12 anni in cui fu legata a Serge Gainsburg, genio oggi quasi dimenticato. Cantautore di famiglia russo-ebraica, protagonista di eccessi, dall’alcool al fumo (quest’ultimo gli costò la vita a 63 anni), Gainsburg ha scritto brani che dopo mezzo secolo conservano intatta la loro forza poetica. Je t’aime… Moi non plus, la canzone scandalo, era in realtà una resa poetica dell’incapacità di racchiudere il mondo nella sola materia o nella sola spiritualità. “Quando lei dice: ‘Ti amo’, lui risponde: ‘Nemmeno io’ perché non le crede. In un certo senso è una canzone disperata” disse la Birkin in un’intervista del 2019. E poi tanti brani anche intimisti, come la Ballade de Melody Nelson, scritta per la figlia di amici morta a 14 anni. “Sono dei classici come le poesie di Apollinaire. Un misto di erotismo, ironia, tenerezza” disse la Birkin. Ora, con Jane, se n’è andata un’altra isola del continente che fu la nostra generazione.

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