Ius scholae, cos’è: potrebbero esserci novità rispetto a un tema sociale per gli stranieri sempre molto dibattuto e caldo. Ci vorranno i soliti tempo tecnici per arrivare finalmente ad un ascolta. Ecco la proposta.
Ius scholae, cos’è
Mentre lo Ius soli prevede l’acquisizione automatica della cittadinanza per chiunque nasca in quel paese, lo Ius Scholae prevede che si acquisisca il diritto alla cittadinanza dopo aver terminato un percorso di studi in Italia.
Attualmente, lo ius scholae si rifà allo ius sanguinis, norma introdotta nel 1992 secondo cui una bambina o un bambino hanno nazionalità italiana solo se ce l’ha anche uno dei due genitori. Mentre chi nasce da genitori stranieri, su suolo italiano, può richiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto diciotto anni e aver risieduto in Italia legalmente e ininterrottamente.
Come funziona la nuova proposta di legge
Nella giornata del 9 marzo la Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha dato parere favorevole a un testo presentato dal deputato 5 Stelle Giuseppe Brescia.
Il testo prevede che possa fare richiesta per la cittadinanza chi sia arrivato in Italia prima di aver compiuto 12 anni e porti a termine un percorso scolastico di 5 anni. Se dovesse passare, la legge potrebbe permettere a tantissimi bambini nati e cresciuti in Italia di ottenere la cittadinanza con più facilità rispetto all’attuale trafila burocratica
Lo stesso deputato Bresci ha cercato di spiegare sul suo blog: “Nel testo non c’è lo ius soli” ma si introduce “una nuova fattispecie” che rappresenta “una scelta di fiducia non solo negli stranieri che vogliono integrare i loro figli, ma nel lavoro della comunità didattica, nella dedizione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che in classe costruiscono la nostra Repubblica e insegnano i valori della nostra Costituzione”.
In base al testo, lo ius scholae “prevede che possa acquistare la cittadinanza il minore straniero nato in Italia o che vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età” qualora “abbia risieduto legalmente e senza interruzioni” nel paese e “abbia frequentato nel territorio nazionale, per almeno 5 anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione”