Vincenzo Cimmino, Antonio e Raffaele Russo, i tre cittadini italiani originari di Napoli visti l’ultima volta il 31 gennaio scorso a Tecalitlan, nello Stato messicano di Jalisco – circa 600 chilometri a Ovest di Città del Messico – sono stati “venduti” a una banda del “crimine organizzato” dalla polizia locale.
Ad annunciarlo è stato il procuratore generale Raúl Sánchez Jiménez, aggiungendo che per la vicenda sono stati arrestati 4 agenti della polizia di Tecalitlan, dove i tre italiani erano stati apparentemente rapiti. Secondo il Los Angeles Times i quattro agenti (tre uomini e una donna) hanno confessato di aver consegnato i tre italiani a un’organizzazione “criminale” non identificata. Le autorità messicane, intanto, hanno lanciato una caccia all’uomo ma non è ancora chiaro cosa facessero i tre italiani in una località isolata come Tecalitlan. Secondo il procuratore, i tre scomparsi sono stati trasferiti dalla banda a cui sono stati consegnati verso Jilotlan de los Dolores.
Nello stato di Jalisco operano diversi gruppi criminali, tra cui il Il Cártel de Jalisco Nueva Generación, considerato uno delle organizzazioni dedite al traffico di droga più spietate. Se inizialmente Cimino e Russo padre e figlio erano stati descritti come turisti, secondo quanto emerso dalle indagini della polizia messicana i tre sarebbero stati parte di un’organizzazione che vendeva macchinari falsi.