Una sorpresa, senza ombra di dubbio. Anche se poi, tornando coi piedi per terra, si capisce che c’è veramente poco da esultare. La notizia è questa: uno studio di VoteWatch Europe, l’organizzazione basata a Bruxelles che monitora l’attività di Parlamento europeo e Consiglio europeo, dice che l’Italia insieme alla Germania è nientepopodimeno che il Paese più influente nel Parlamento di Bruxelles. Nella top 5 degli eurodeputati ci sono ben tre italiani: Antonio Tajani (Forza Italia), che dell’Europarlamento è il presidente e che Berlusconi ha iscritto nella chilometrica lista di futuri candidati premier del Centrodestra, la stessa dov’è stato infilato pure l’Ad di Fiat Chrysler Sergio Marchionne che ha subito declinato l’invito; Gianni Pitella (Partito democratico), che di Tajani è stato sfidante per il dopo Martin Schulz e Roberto Gualtieri, pure lui del Pd.
I parametri – Rispetto ai parametri usati per esempio da Openpolis, l’osservatorio civico sulla politica italiana, la curiosità è che VoteWatch Europe non traccia l’abilità degli eurodeputati di essere produttivi bensì la loro capacità di influenzare il dibattito. Insomma, non è un giudizio su quanto fatto, ma su quanto possibilmente si può fare. Ecco, appunto. Non è un caso che la variabile che più influenza il punteggio totale è quella dei ruoli. Tradotto: più incarichi e mansioni un europarlamentare colleziona, più sarà alto il suo potere di influenzare il dibattito. Così presidente del Parlamento europeo, presidente di commissione, capogruppo e l’essere nominato relatore sono fra gli elementi che più alzano il punteggio. Non solo. Fra le altre variabili, seppur con un peso notevolmente inferiore, le più significative sono il tasso di partecipazione alle votazioni, il numero di emendamenti presentati e quello di mandati. Proprio così. Quindi non proprio il massimo, a occhio e croce.
Giù i bicchieri – Se si considera pure il fatto che il potere in mano alla Commissione Ue, oggi capeggiata da Jean-Claude Juncker, è di gran lunga maggiore e senz’altro più incisivo di quello del Parlamento europeo, che si limita – nella maggior parte dei casi – al controllo di quanto fatto e stabilito dalla Commissione (malgrado sia l’unica istituzione ad essere democraticamente eletta), non resta che dire: giù i bicchieri.
Twitter: @GiorgioVelardi