Allergica alle interviste come la sua presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha scritto una lettera al quotidiano Libero per spiegarci che “chi viaggia esce dal suo ambiente per andare verso un altro, ed è qui che avviene l’incontro tra culture, tradizioni e stili di vita differenti, che genera un patrimonio di ricchezza, immateriale ed economico, che contribuisce alla crescita di una Nazione. Il valore del turismo – dice la ministra -, quale motore culturale e acceleratore economico, è alla base del lavoro che governo e ministero stanno facendo per portare il comparto a essere la prima industria italiana e traino del Pil”.
Il problema secondo la ministra del Turismo Daniela Santanchè è che gli italiani vanno in vacanza troppo poco
Il problema secondo ministra che ha promesso di portare “l’azienda Italia” ai vertici mondiali del turismo è che gli italiani vanno in vacanza troppo poco. “Dobbiamo emanciparci dal concetto di stagionalità”, dice Santanchè, inorridita dal fatto che questi bifolchi degli italiani visitino il mare per qualche settimana d’estate e solo alcuni di loro anche la montagna d’inverno.
Deve esserle sfuggita – come spesso le accade – la realtà dei cittadini che dovrebbe governare: a mancare agli italiani non sono i soldi per le vacanze ma molto più prosaicamente i soldi per arrivare a fine mese, più che per arrivare in una località turistica. Se avesse trovato il tempo di leggere i dati avrebbe scoperto – immaginiamo con stupore – che oggi in Italia sono le spese per mangiare, per scaldarsi e per riempire il serbatoio dell’auto a impedire “l’incontro tra culture” degli italiani. Di una cosa siamo sicuri: per la ministra qualsiasi eventuale fallimento sarà, come sempre, colpa dei cittadini.