Missione compiuta. Nato per evitare la stangata dell’Iva e approvare dunque la Manovra finanziaria, ponendo il voto di fiducia al Senato il Governo giallorosso ha centrato il suo principale obiettivo. Con un testo rivisto infinite volte dopo la bozza salvo intese approvata due mesi fa dal Consiglio dei ministri, con circa 300 modifiche in Commissione e apportate anche le ulteriori modifiche chieste dalla Ragioneria dello Stato, oltre a fare gli ultimi ritocchi che si sono resi necessari dopo le inammissibilità decise ieri mattina dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il Conte 2 ce l’ha fatta. Il teso è passato con 166 voti favorevoli e 128 contrari. Restano ora tutte le incognite per il futuro, dal contratto a cui punta M5S al cambio di passo reclamato ieri da Italia Viva, fino ai mille dubbi dei dem.
FUMATA BIANCA. Il testo dovrebbe ora essere approvato dalla Camera blindato, ovvero senza più modifiche, con un ultimo via libera atteso in prossimità di Natale. Una manovra da 31 miliardi che prevede lo stop al temuto aumento dell’Iva, un taglio da 3 miliardi sulle tasse per i lavoratori, e allo stesso tempo con 47 miliardi di aumenti di Iva e accise nel 2021 e nel 2022 che dovranno essere disinnescati. Rinviata poi di due mesi la presentazione delle domande di rimborso per i risparmiatori truffati dalla banche, stanziati i fondi per i prepensionamenti dei giornalisti, aumentata dal 30% al 40% la percentuale di quote rosa nel Cda delle società quotate e inseriti i 60 milioni di euro promessi per Venezia. Confermati inoltre 1200 contratti in più per i medici specializzandi, il bonus per l’acquisto del latte artificiale per le mamme che non possono allattare al seno, l’equiparazione delle atlete ai colleghi maschi come sportivi professionisti e una miriade di microinterventi.
La contestata tassa sulla plastica si fermerà invece a 45 centesimi al chilo, partirà da luglio, si applicherà anche sui monouso in tetrapack, ma non sui contenitori di medicinali e sui dispositivi medici. E quella sullo zucchero resta a 10 centesimi al litro e partirà da ottobre, mentre la revisione della tassazione sui mezzi aziendali non porterà più incassi ma dovrebbe portare a un ricambio del parco auto green, visto che le auto più ecologiche impatteranno sul reddito per il 25%, mentre le più inquinanti fino al 60%. Rivista quindi la Robin tax sui concessionari dei trasporti, con una addizionale Ires del 3,5%, e stangata da 300 milioni sui giochi. Rischio stangata anche sui carburanti dal 2021, per l’aumento di circa 1 miliardo delle clausole sulle accise. Disposti infine fondi aggiuntivi per i vigili del fuoco, un pacchetto di misure per gli enti locali, l’aumento della dotazione del fondo per la non autosufficienza, fino a 300 milioni l’anno dal 2022, 10 milioni in più da destinare al 5 per mille, e cento milioni per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione.
Un testo sostenuto in maniera compatta dal Pd e da Leu, con qualche defezione tra i senatori del Movimento 5 Stelle e a cui Italia Viva ha dato l’ok precisando però che è condizionato a un “cambio di passo” nel 2020, affinché diventi “l’anno della ripartenza per la crescita”. “Italia Viva – ha dichiarato Matteo Renzi in aula – vede un bicchiere più che mezzo pieno. L’Iva non aumenta, aumentano i denari per la sanità, aumentano i denari per il lavoro, aumentano i denari per la famiglia, per l’agricoltura, tuttavia c’è un problema invece di abolire la povertà il precedente governo ha abolita la crescita per una serie di errori, a partire da quota 100”. Ancora: “C’è un problema di crescita, se noi non sblocchiamo i cantieri il paese non riparte. Il 2020 è l’anno delle scelte, noi siamo dalla parte di chi ci prova e chiede al governo un cambio di passo”.