Si sta per concludere, come annunciato nei mesi scorsi, l’impegno militare italiano, quasi ventennale, in Afghanistan. Ad Herat è arrivato oggi il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per il saluto finale ai militari e la cerimonia dell’ammaina-bandiera alla base di Camp Arena, che sarà consegnata alle forze di sicurezza locali. Le operazioni di rimpatrio di uomini (erano 800 a inizio anno) e mezzi sono iniziate a maggio e si concluderanno a breve.
“Non vogliamo – ha detto Guerini – che l’Afghanistan torni ad essere un luogo sicuro per i terroristi. Vogliamo continuare a rafforzare questo Paese dando anche continuità all’addestramento delle forze di sicurezza afghane per non disperdere i risultati ottenuti in questi 20 anni. Non abbandoniamo il personale civile afghano che ha collaborato con il nostro contingente ad Herat e le loro famiglie: 270 sono già stati identificati e su altri 400 si stanno svolgendo accertamenti. Verranno trasferiti in Italia a partire da metà giugno”.
Dall’archivio: Le truppe rientreranno ma l’Italia non abbandonerà l’Afghanistan. Di Maio: “È ad uno snodo cruciale della sua storia”.
“Un mio commosso pensiero – ha detto ancora Guerini intervenendo in Afghanistan – voglio rivolgerlo anche a tutti gli italiani, civili e militari, che hanno perso la vita in Afghanistan. Ricordo tra loro i 53 caduti e gli oltre 700 feriti tra i nostri militari e quelli che, ancora oggi, portano sul corpo i segni della coraggiosa testimonianza di vita al servizio del Paese”.
“Il loro valore – ha sottolineato ancora il ministro della Difesa – il loro spirito di sacrificio e il loro esempio non saranno mai dimenticati. A tutte le famiglie che, con grande dignità, hanno affrontato la perdita dei loro cari, rivolgo la mia vicinanza e il mio riconoscente pensiero, al quale si unisce quello di tutti gli italiani”.
In concomitanza con la cerimonia, un Boeing 767 dell’Aeronautica Militare italiana diretto a Herat è stato bloccato a Dammam, in Arabia Saudita, dove è stato costretto ad atterrare per il rifiuto degli Emirati Arabi di concedere l’autorizzazione a sorvolare nel Paese. A bordo c’erano una quarantina di giornalisti diretti in Afghanistan per seguire la cerimonia dell’ammaina bandiera del Contingente italiano.