C’è qualcosa che non va se il primo tiro (fuori dallo specchio della porta) arriva solo al 42esimo con uno spento Ciro Immobile. C’è evidentemente qualcosa che non va se il primo brivido lo regala Lorenzo Insigne che entra in campo dopo il 70esimo. E dire che Antonio Conte aveva optato per un pesante turn-over non basta, non è una scusante. Perché ciò che è cambiato rispetto agli Azzurri visti in campo contro Belgio (soprattutto) e contro la Svezia (anche), è soprattutto l’atteggiamento. Contro un’Irlanda che ha lottato su tutti i palloni, con grinta e anche troppa foga, si è vista un’Italia spenta, svogliata, che difficilmente riusciva a costruire un’azione degna di nota. E alla fine il gol di Robby Bredy è il giusto brutto epilogo di una partita che non ha mai regalato emozioni.
IL FILM – Sin dall’inizio del match, è stato subito chiaro che, anche in una partita senza tensioni come quella contro l’Irlanda, non ci sarebbe stato spazio per la fantasia. Dalla girandola di cambi in vista degli ottavi di lunedì contro la Spagna restano fuori Stephan El Shaarawy e Insigne. Insomma, i piedi migliori a disposizione. E in campo si vede. Gli Azzurri mettono in scena un altro avvio di partita simile a quello visto contro la Svezia. L’Irlanda ha più motivazioni e quindi maggiore aggressività. E così mentre l’Italia non riesce a imbastire un’azione che sia in tutto il primo tempo, l’Irlanda qualcosa crea: Hendrick di sinistro mette a lato di poco, Murphy stacca su Barzagli e Sirigu deve metterci la mano. Gli Azzurri? Totalmente assenti.
Si rientra in campo nel secondo tempo. Ma il copione è praticamente lo stesso. Dopo cinque minuti di sprazzi italiani, tutto finisce nel nulla, tutto svanisce ancor più velocemente di quanto sia nato. Le cose cambiano solo dal 70esimo, quando Conte si decide a far entrare Lorenzo Insigne. Un minuto e prende il palo. Poi entra El Shaarawy e l’intesa tra i due è subito lampante. Ma è troppo tardi e dopo una clamorosa occasione capitata sui piedi di Shane Long, arriva il gol: lancio in area, la difesa scavalcata, Sirigu in ritardo. E Bredy insacca di testa, spedendo l’Eire alle fasi eliminatorie.
ORA LE FURIE ROSSE – Certo, in questi casi conviene guardare il bicchiere mezzo pieno: siamo agli Ottavi di finale, qualificati come primi. Ma ora ci sono le Furie Rosse spagnole. Un’Italia così, svogliata e assente, non ha alcuna possibilità di subissare Alvaro Morata e compagni. Conte lo sa. E deve far qualcosa. Magari con un occhio a Insigne.