Nel quarto trimestre del 2018, come anticipato ieri dal premier Giuseppe Conte, l’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,1% su base annua. L’Italia entra così in “recessione tecnica”, con due trimestri consecutivi di flessione del Pil. Nel terzo trimestre l’economia italiana si era contratta dello 0,1%.
“La variazione congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell’industria e di una sostanziale stabilita’ dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto positivo della componente estera netta”.
Nel 2018 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,8%. La variazione annua del Pil stimata sui dati trimestrali grezzi è invece pari all’1% (nel 2018 vi sono state tre giornate lavorative in più rispetto al 2017). L’Istat sottolinea, inoltre, che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2018 saranno diffusi il prossimo 1° marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo. La variazione acquisita per il 2019 è pari a -0,2%.
“Nel quarto trimestre del 2018 l’economia italiana ha segnato una contrazione – aggiunge l’Istat -, che fa seguito a quella, più modesta, registrata nel terzo trimestre. Tale risultato negativo determina un ulteriore abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende allo 0,1%, dallo 0,6% del trimestre precedente. Questa stima, che ha natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta un netto peggioramento della congiuntura del settore industriale a cui si aggiunge un contributo negativo del settore agricolo, a fronte di un andamento stagnante delle attività terziarie”.
Il tasso di disoccupazione, a dicembre 2018, è sceso al 10,3% (-0,2 punti percentuali) ma secondo l’Istat la diminuzione non è stata sufficiente ad evitare un aumento della disoccupazione nella media del quarto trimestre, periodo in cui – in base ai dati ancora provvisori – si è registrato un aumento dei disoccupati pari a 63 mila unità (+2,4%). Ad aumentare, seppur lievemente, è invece il tasso di disoccupazione giovanile, pari al 31,9% (+0,1%).