“L’Italia è un Paese sicuro”. E a dirlo sono i dati, assicura l’Eurodeputato M5S, Mario Furore. Che insieme ai colleghi della delegazione italiana dei Cinque Stelle al Parlamento Ue lancerà oggi la campagna #ItalyIsBack per supportare il rilancio del turismo nel nostro Paese. Una campagna che suona anche come un avvertimento ai partner Ue che, approfittando dell’emergenza Covid, stanno cercando di lucrare proprio ai danni dell’Italia: “L’idea di corridoi turistici per portare i turisti tedeschi e austriaci in Croazia, e non in Italia, lede non solo il principio di libera circolazione dei cittadini ma anche un settore importante dell’economia europea che dà lavoro a 23 milioni di persone e rappresenta il 10% del Pil”.
L’Istat ha previsto un calo del Pil dell’8,3% nel 2020 per effetto dell’emergenza Covid. Molto dipenderà, per contenere parte di questa perdita, dall’andamento della stagione turistica che contribuisce in maniera significativa alla crescita del nostro Paese. In Europa avete lanciato una campagna, con quali obiettivi?
“La delegazione del Movimento Cinque Stelle al Parlamento europeo ha lanciato una campagna di comunicazione in lingua inglese rivolta a tutti i cittadini del mondo. Dobbiamo far passare il messaggio che l’Italia è di nuovo un Paese sicuro, il peggio è alle spalle e le nostre bellezze che non hanno eguali nel mondo sono di nuovo aperte a tutti. Il messaggio della campagna è #ItalyIsBack: mostreremo le nostre bellezze e le nostre eccellenze, non è un caso che ci definiscono il ‘Bel Paese’. La nostra iniziativa è aperta a tutti perché tutti, senza colori di partito, devono tifare Italia”.
Eppure non mancano gli ostacoli, a cominciare dalla diffidenza di alcuni Paesi Ue, come l’Austria. I loro timori sono giustificati o siamo di fronte ad un tentativo di concorrenza sleale ai nostri danni?
“I loro timori non sono fondati perché l’Italia è, dati alla mano, un Paese sicuro. L’idea di corridoi turistici per portare i turisti tedeschi e austriaci in Croazia, e non in Italia, lede non solo il principio di libera circolazione dei cittadini ma anche un settore importante dell’economia europea che dà lavoro a 23 milioni di persone e rappresenta il 10% del Pil. Il Parlamento europeo la settimana prossima si farà sentire contro queste inaccettabili restrizioni nell’area Schengen”.
Intanto, prosegue la missione all’Estero del ministro Di Maio proprio per scongiurare atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti dell’Italia…
“Grazie a Di Maio in pochi giorni abbiamo ribaltato l’immagine del nostro Paese in Europa e sono stati eliminati i blocchi ingiustificabili. Adesso tocca alla Commissione europea coordinare in modo efficace il ritorno alla normalità in tutti e 27 i Paesi europei. Noi non accetteremo discriminazioni. I risultati della nostra azione politica si vedono”.
Ma chi, nel resto d’Europa, ci fa la morale e ci guarda con sospetto è davvero messo meglio dell’Italia dal punto di vista epidemiologico?
“Oggi in Europa si contano più di 1.5 milioni di casi e circa 160 mila decessi legati alla pandemia. I dati e le curve dicono che il peggio è passato, mentre destano preoccupazione i focolai nel Sud America e Stati Uniti. Auspichiamo che la Commissione europea lavori a un protocollo che preveda le riaperture esterne dei confini con regole omogenee e che garantiscano la sicurezza. Non possiamo permetterci errori”.
Il rilancio della nostra economia passa anche da quello del made in Italy. Cosa si potrebbe fare ancora a livello europeo?
“L’Italia con il Patto per l’Export ha fatto la parte, tocca all’Ue adesso migliorare gli accordi commerciali siglati con i Paesi terzi, rafforzare la tutela del ‘Made in’ e combattere concorrenza sleale e contraffazioni”.
Il turismo va spesso a braccetto con lo spettacolo. Molti eventi, durante la pandemia, sono stati annullati e molti giovani rischiano di non veder rimborsato il loro biglietto…
“È un problema serio che non va trascurato. Presenteremo oggi una interrogazione alla Commissione europea per chiedere un aiuto concreto sia per le società coinvolte, sia per i consumatori che hanno necessità di vedere riconosciuti i loro diritti. Un’idea potrebbe essere quella di creare un fondo di garanzia in caso di inadempienza da parte degli organizzatori che siano andati incontro alla chiusura delle attività per fallimento. Una cosa è certa: il Movimento 5 Stelle non lascia nessuno da solo”.