Sì alle armi nucleari, anzi no, anzi sì. L’Italia pare avere le idee decisamente confuse sul disarmo atomico. Negli ultimi mesi, infatti, ha tenuto banco una risoluzione che si propone di avviare, nel 2017, i negoziati per un Trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari. Come già raccontato da La Notizia, nel corso della riunione del Primo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (lo scorso 28 ottobre), che si occupa di disarmo e questioni di sicurezza internazionale, 123 nazioni hanno votato a favore della risoluzione, mentre 38 hanno votato contro e ci sono stati 16 Paesi astenuti. Tra i Paesi che, inspiegabilmente, hanno votato contro la risoluzione per il disarmo, c’era anche l’Italia. Un voto che ha creato talmente tanto scalpore che si pensava che la polemica potesse portare a un dietrofront. Una speranza che è diventata certezza quando il 23 dicembre scorso la risoluzione è stata presentata all’Assemblea Generale dell’Onu, che ha votato – anche lei – a favore della risoluzione. Ma attenzione: in questa occasione, l’Italia ha espresso voto favorevole. Sì al disarmo, dunque. Però – è evidente – qualcosa non torna: qual è la posizione concreta del nostro Paese dopo un primo “no” e un secondo “sì”? Davvero il nostro Paese ha capito lo sbaglio ed è tornato sui suoi passi?
A chiedere spiegazioni è stato il Movimento 5 Stelle con ben due interrogazioni, una al Senato, presentata da Roberto Cotti, e una alla Camera, con Manlio Di Stefano. Dopo settimane di silenzio, il ministero degli Esteri guidato da Angelino Alfano, non ha potuto più far finta di nulla e ha dovuto rispondere proprio a quest’ultima interrogazione. Con una tesi che ha dell’incredibile. Secondo quanto comunicato dal viceministro Mario Giro, il secondo voto trattasi di errore. Più precisamente, ha detto Giro, “l’intenzione di voto dell’Italia […] è stata alterata da un errore tecnico-materiale”. Insomma, è stato premuto il tasto sbagliato. E perché? La risposta è sconcertante: “secondo quanto mi segnalano – ha detto Giro – l’errore sembra essere dipeso dalle circostanze in cui è avvenuta la votazione, a tarda ora della notte del 23 dicembre”. Insomma, niente dietrofront, sì alle armi nucleari. Un pasticciaccio dovuto alla “tarda ora”.
Il paradosso – Ma c’è di più. “Non è solo una questione di motivazioni assurde – commenta a La Notizia il senatore M5S Cotti – il Governo, che avrebbe voluto tener nascosto il pasticcio, ha dovuto fornire le vere ragioni del voto contrario”. E, infatti, nella risposta di Giro, si legge che la risoluzione anti-atomica potrebbe essere un “elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare”. Paradosso dei paradossi: votare contro il nucleare, a detta del Governo, potrebbe compromettere gli sforzi per il disarmo nucleare. “La verità – conclude Cotti – è che la posizione sbalorditiva del Governo lascia pensare che ci siano dei forti interessi nel settore non detti”. Un dubbio che, a quanto pare, hanno in tanti.
Tw: @CarmineGazzanni