Sabato 17 giugno il Movimento 5 Stelle scenderà in piazza a Roma per dire basta al precariato, all’invio di armi all’Ucraina e alle politiche del governo guidato da Giorgia Meloni. Una manifestazione che vedrà protagonisti non solo i parlamentari, gli eletti nei territori e i membri degli organi direttivi pentastellati, ma anche e soprattutto i cittadini che porteranno sul palco della Capitale le loro storie quotidiane di precarietà e racconteranno le difficoltà del “Paese reale”, così come lo definisce in un’intervista a La Notizia la deputata e componente del Comitato per la formazione del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino. Che si rivolge proprio alla presidente del Consiglio, spiegando che l’obiettivo della manifestazione è quello di “far sentire” la voce dei cittadini al governo.
Il 17 giugno sarete in piazza contro il governo: quali sono le motivazioni della manifestazione?
“Dobbiamo far aprire gli occhi a Giorgia Meloni e al suo governo su come funziona il mondo del lavoro in Italia. Nel Paese reale, fuori dai palazzi, ci sono milioni di italiani che trovano solo contratti precari e stipendi da fame con cui è impossibile costruirsi una vita e un futuro stabili. Il governo sta incentivando precarizzazione e sfruttamento e il Movimento 5 Stelle non ci sta”.
La mobilitazione dallo slogan #BastaVitePrecarie vuole portare all’attenzione di Meloni la condizione dei precari in Italia: quali sono le misure che contestate all’esecutivo e cosa chiedete di fare, concretamente, per i lavoratori del nostro Paese?
“Chiediamo al governo di ascoltarci e lavorare per introdurre il salario minimo legale che serve subito in Italia, l’unico Paese dell’area Ocse in cui gli stipendi non sono cresciuti negli ultimi 30 anni. Invece si ostinano a opporsi e nel Decreto Precariato del 1° maggio hanno sia tagliato il Reddito di cittadinanza sia smantellato il Decreto Dignità, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie in difficoltà e pregiudicando quello dei giovani, che insieme alle donne sono i più colpiti dall’instabilità lavorativa”.
Considerando la chiusura della maggioranza, ribadita pubblicamente anche dalla stessa presidente Meloni sul salario minimo, quali possono essere le soluzioni alternative per aiutare i precari e i giovani?
“I giovani hanno bisogno di lavori stabili, di stipendi decenti, di politiche per la casa e di mutui accessibili. Il governo sta contribuendo a portare l’Italia nella direzione opposta e in più colpevolizza costantemente i nostri giovani. Sono mesi che sentiamo che i ragazzi italiani sono ‘divanisti’ e non hanno voglia di lavorare, ma la realtà è che spesso sono sovraformati rispetto ai lavori che trovano, sottopagati e precarizzati. Non c’è da stupirsi che molti di loro decidano di andare all’estero. Ma ogni volta che un giovane su cui lo Stato ha investito per la formazione trova opportunità migliori fuori dall’Italia, ci perdiamo drammaticamente tutti”.
Un altro tema che sicuramente verrà affrontato è quello delle armi: come pensate di convincere il governo a sospendere l’invio di munizioni all’Ucraina e quali iniziative internazionali chiedete all’esecutivo di intraprendere su questo tema?
“è gravissimo che in Europa sia stato votato – non dal Movimento 5 Stelle – un regolamento che permette agli Stati membri di usare per gli armamenti i fondi del Pnrr, cioè il piano pensato per far ripartire l’Europa dopo la pandemia. Il governo italiano dice che non lo farà, ma ci fidiamo? Ad ascoltare la maggioranza non avrebbe dovuto esserci neanche un settimo invio di armi e invece…”.
Dal palco della manifestazione del 17 giugno di Roma si parlerà anche di tanti altri temi, con le diverse associazioni che porranno al centro dell’attenzione anche il Superbonus o la riforma dell’autonomia: c’è ancora spazio per far cambiare idea al governo su questi punti e rivedere le scelte fatte finora?
“L’obiettivo è quello, perchè stiamo parlando di scelte che danneggiano l’Italia. La ricetta di Meloni, che si diceva pronta a cambiare tutto, è l’austerità, cioè il contrario di quello di cui avremmo bisogno. Così si spiegano le menzogne sul Superbonus, ad esempio, ma anche i tagli che stiamo vedendo alla sanità, alla scuola, alla transizione 4.0, al Reddito di cittadinanza, a Opzione Donna…”.
Il governo Meloni, però, è sempre apparso sordo alle critiche e alle proposte arrivate sia dalle opposizioni che dalla società civile: credete che una manifestazione in piazza, con i cittadini protagonisti, possa essere il miglior modo per farvi ascoltare e possa realmente portare a risultati concreti?
“Noi lottiamo ogni giorno nelle istituzioni contro queste misure, ora è il momento di incontrarci anche in piazza con i cittadini, confrontarci e far sentire anche la loro voce al governo“.