La preoccupazione di Matteo Renzi, dopo l’apertura della crisi in Israele, riguarda principalmente il disgelo dell’occidente con il principe saudita Mohammed bin Salman. Con cui Renzi ha da tempo rapporti, anche da consulente della Fondazione guidata dallo stesso principe.
In sostanza, per Renzi, il nuovo Rinascimento arabo, così lo aveva definito tempo fa, potrebbe subire un colpo dagli attentati di Hamas. Certamente, il ruolo dell’Arabia Saudita risentirà di quanto avvenuto tra Israele e Hamas, ma che sia l’unica preoccupazione di Renzi è quantomeno singolare.
Israele, Renzi pensa solo a bin Salman
Renzi sottolinea in un’intervista a La Stampa che “la violenza terrorista di Hamas non è solo un disastro per il Medio Oriente, ma rischia di essere la goccia che fa traboccare un vaso già colmo di odio”.
Secondo l’ex presidente del Consiglio, “non c’è dubbio che l’azione di Hamas sia stata sostenuta da Teheran. Non credo che questo provocherà un conflitto diretto Israele-Iran, ma costringerà la comunità civile internazionale a rivedere rapporti con il regime iraniano”.
Ma il punto cruciale, per Renzi, è un altro: infatti “era imminente la storica pace di Abramo tra sauditi e israeliani”. Proprio per questa ragione, spiega il leader di Italia Viva, “gli estremisti hanno colpito proprio adesso: i leader riformisti arabi dovranno ora gestire con intelligenza il ritorno mediatico che Hamas, Hezbollah e Jihadisti hanno voluto creare con la diffusione dei video che indignano il mondo occidentale ma esaltano i seminatori di odio, soprattutto in alcuni”.
Da qui parla di bin Salman, un “leader giovane: sarà comunque lui l’uomo che stabilirà le storiche relazioni diplomatiche tra Riad e Israele e tra Riad e il Vaticano. Ma dopo quello che è successo, e che sta per succedere a Gaza, tutti i leader arabi avranno bisogno di molto più tempo per evitare troppi scossoni interni. E non sarà facile nemmeno in Europa bloccare il tentativo degli estremisti di rialzare la testa”.