dalla Redazione
“Hamas la pagherà” aveva detto ieri il premier israeliano Netanyahu a proposito dei tre ragazzi rapiti e ammazzati dall’organizzazione palestinese e così è stato. Nella notte i raid aerei israeliani hanno messo a ferro e fuoco la striscia di Gaza, il lembo di terra conteso da Israele e Palestina. Sono stati colpiti 34 obbiettivi collegati ad Hamas e alla Jihad islamica.
In Cisgiordania nel campo profughi di Jenin è stato ucciso un palestinese che – secondo quanto affermato dall’esercito di Tel Aviv – avrebbe lanciato una granata contro i soldati dello stato ebraico. I palestinesi hanno denunciato la demolizione delle case dei presunti sequestratori dei tre ragazzi che, tuttavia, non sarebbero stati ancora arrestati.
Dopo 18 giorni di ricerche, la morte di 5 palestinesi e l’arresto di altri 400, ieri l’esercito israeliano ha trovato i cadaveri di Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16) nei pressi del villaggio di Halhul vicino Hebron in Cisgiordania.
Di fronte alla notizia il governo ha confermato la sua accusa ad Hamas. Il viceministro alla Difesa Danu Danon ha ribadito che: “La fine tragica dei tre ragazzi deve essere anche la fine di Hamas”. Immediata la reazione dell’organizzazione islamica: “Ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno”, ha detto il portavoce di Hamas a Gaza, mettendo nuovamente in dubbio la versione israeliana . Anche Obama ha commentato subito definendo l’uccisione dei giovani un insensato atto di terrore” che va condannato “nel modo più forte possibile”. Oggi si svolgeranno i funerali.