Dopo sei mesi di duri combattimenti, si riaccendono a sorpresa le speranze per una risoluzione del conflitto tra Israele e Hamas. A lasciarlo intendere sono le ultime novità sui negoziati al Cairo, dove le rispettive delegazioni stanno trattando per raggiungere un cessate il fuoco e un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi, che in queste ore hanno fatto registrare “progressi significativi” e consenso su molti punti controversi.
Questo quanto riporta il quotidiano egiziano Al Qahera News, che cita un alto funzionario egiziano secondo cui “continueranno gli sforzi per raggiungere un accordo di tregua” a Gaza.
“Il ciclo di negoziati al Cairo sta testimoniando un grande progresso nel riavvicinamento dei punti di vista”, ha detto la fonte ad Al Qahera, aggiungendo che c’è stato un accordo su “assi fondamentali tra tutte le parti”. La fonte ha detto che le delegazioni del Qatar e di Hamas lasceranno a breve il Cairo e torneranno entro due giorni per concordare i termini finali dell’accordo.
Le delegazioni statunitense e israeliana partiranno entro poche ore, anche se le consultazioni continueranno nelle prossime 48 ore, è stato aggiunto.
Le perplessità di Tel Aviv e di Hamas sulla trattativa
Ottimismo da parte dei mediatori che non sembra condiviso da alti funzionari israeliani, citati da Channel 12 e Ynet. Infatti i diplomatici di Tel Aviv hanno gelato le prospettive di un imminente accordo per il rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza, affermando: “Non vediamo ancora un accordo all’orizzonte. La distanza tra le parti è ancora grande e finora non c’è stato nulla” che lasci pensare a un accordo imminente.
Perplessità che sono state ribadite anche da una fonte di Hamas che ad al Jazeera ha confermato che “non ci sono progressi” per via dell’ostinazione di Israele che non vuole interrompere le operazioni militari.
Israele pronta ad aprire un nuovo fronte con il Libano
Nel frattempo, l’esercito di Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che si sta “preparando a passare dalla difesa all’attacco” per quanto riguarda le operazioni sul confine settentrionale con il Libano. “Negli ultimi giorni è stata completata un’altra fase dei preparativi per la guerra del Comando Nord”, spiegano le Forze di difesa israeliane (Idf) in un comunicato ripreso dai media internazionali.
Operazioni militari contro le milizie filo iraniane di Hezbollah che si stanno intensificando di ora in ora e che rischiano di aprire un nuovo fronte del conflitto. Soltanto l’ultimo raid, avvenuto questa notte, un comandante dell’unità di elite Al Radwan del movimento libanese è stato ucciso con altri due miliziani in un attacco israeliano al villaggio di Al Sultanya, nel sud del Libano.
Attacco che ha scatenato l’ira di Hezbollah che minaccia rappresaglie.