Tutto inutile: dopo l’incontro di due giorni fa tra Antony Blinken e Benjamin Netanyahu più di qualcuno aveva creduto che davvero si fosse a un punto di svolta, che davvero la pace tra Israele e Palestina fosse vicina. E invece nulla. Dopo solo 24 ore ecco il nuovo raid israeliano. Ieri mattina l’aviazione militare israeliana ha annunciato di aver colpito in un raid un ex edificio scolastico in cui, secondo l’Idf, si nascondeva un comando di Hamas.
Nel raid alla Mustafa Hafez di Gaza uccise altre dodici persone. Dall’inizio dell’offensiva di Israele sono morti 40.173 palestinesi
Nell’edificio della Mustafa Hafez di Gaza City, secondo le autorità palestinesi, avevano trovato rifugio 700 sfollati palestinesi. Almeno dodici sarebbero rimasti uccisi nel bombardamento. Il bilancio delle vittime palestinesi dell’operazione militare israeliane lanciata in risposta al massacro del 7 ottobre ha superato i 40.173 morti, secondo le autorità sanitarie di Gaza. Insomma, nuovi scontri. E nuovi bombardamenti. Senza soluzione di continuità. Al di là delle parole, delle promesse e degli impegni.
Ma non è tutto. L’Idf ha recuperato la notte scorsa i corpi di sei ostaggi a Gaza, tra cui quelli di Yoram Metzger, Yagev Buchstab, Nadav Popplewell e Avraham Munder. La notizia è stata confermata anche da Netanyahu, che ha ribadito poi che “lo Stato di Israele continuerà a compiere ogni sforzo per restituire tutti i nostri ostaggi, sia i vivi sia i morti”. Peccato però che i familiari delle vittime abbiano cominciato ad essere molto critici con la strategia militare di Bibi. Un nipote di Avraham Munder, Shahar Mor Zahiro, ha accusato il governo israeliano di aver “sprecato tempo e opportunità per salvarlo. Questo è un altro caso orribile, il governo ha le mani sporche di sangue”.
Mor, un altro nipote, ha spiegato all’emittente israeliana Kan che il corpo dello zio è stato recuperato dall’esercito israeliano in un tunnel a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza: “Secondo le prime stime, il decesso è avvenuto già a marzo”. Il figlio dell’ostaggio Alex Dancyg, il cui cadavere è tra quelli recuperati martedì a Gaza, si è scagliato contro Netanyahu accusandolo di aver “scelto di abbandonare gli ostaggi per sopravvivere”. “Netanyahu ha scelto di sacrificare gli ostaggi. Il karma lo giudicherà e lui pagherà per questo, alla grande”, ha detto Mati Dancyg all’emittente Kan.
Il rischio a questo punto è che ancora una volta le trattative per una tregua nella striscia di Gaza siano nuovamente saltate. D’altronde è stato ancora una volta Netanyahu a ribadire nella giornata di ieri due concetti piuttosto chiari. Il primo: “Non ci ritireremo per nessun motivo dal corridoio Philadelphi“. Il secondo, derivato dal primo: “Non sono sicuro che ci sarà un accordo” con Hamas. Incontrando una delegazione di familiari degli ostaggi del 7 ottobre ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, Netanyahu non ha lasciato dunque molto spazio alla speranza che la guerra finisca e i rapiti possano tornare a casa in tempi brevi.
“Israele non lascerà in alcun caso i corridoi Philadelphi e Netzarim, nonostante le enormi pressioni per farlo”
“Israele non lascerà in alcun caso i corridoi Philadelphi e Netzarim, nonostante le enormi pressioni per farlo”, ha detto il premier israeliano secondo i racconti dei famigliari, perché si tratta di “asset strategici, sia militari che politici”. La questione è centrale nelle trattative avviate la scorsa settimana in Qatar: il ritiro dal corridoio Philadelphi, tra Gaza e l’Egitto, è uno dei punti chiave dei colloqui con Hamas. Il primo ministro ha quindi ribadito alle famiglie che la guerra andrà avanti “finché Hamas non sarà distrutta e gli obiettivi saranno raggiunti”.