Irpef in busta paga: è una delle imposte più vecchie presenti nell’ordinamento giuridico italiano. Incide sul reddito di ciascun lavoratore autonomo e dipendente. Nel 2022 qualcosa è cambiato.
Irpef in busta paga: cos’è
L’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è un’imposta introdotta con la riforma del sistema tributario italiano del 1971-1973. Tutti coloro che hanno un reddito, sia come lavoratore dipendente, sia come autonomo, nonché soci di impresa, sono tenuti a pagare questa imposta.
Irpef in busta paga: da quando è stato introdotto
L’Irpef in busta paga è stato introdotto on la riforma del sistema tributario italiano del 1971-1973 (L. delega n. 825/1971- DPR 597/73). È la forma di tassazione tra le più vecchie all’interno dell’ordinamento tributario italiano.
Come funziona
Nella basta paga, per l’imposta Irpef, la somma da pagare aumenta all’aumentare del reddito. Per calcolarlo è necessario conoscere e fasce di reddito su cui si applicano le cosiddette aliquote di prelievo. Le aliquote sono percentuali che variano in base agli scaglioni e servono a calcolare l’importo dovuto allo Stato.
Dal 1° gennaio 2022, sono entrate in vigore le modifiche agli scaglioni Irpef, alle aliquote applicate e al calcolo delle detrazioni del lavoro dipendente. In particolare, sono state introdotte le seguenti novità:
- Aliquota Irpef confermata al 23% per i redditi fino ai 15.000 euro;
- Aliquota Irpef passa dal 27% al 25% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro;
- Aliquota Irpef passa dal 38% al 35% per i redditi da 28.001 a 50.000 euro;
- Superati i 50.000 euro, è stata fissata un’aliquota unica pari al 43%.
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