Irpef, dopo il pasticcio il governo costretto alla retromarcia: quanto si risparmierà in tasse non dovute

Dopo il pasticcio sugli acconti Irpef, il governo è costretto alla retromarcia: in arrivo un intervento per rimediare all'errore.

Irpef, dopo il pasticcio il governo costretto alla retromarcia: quanto si risparmierà in tasse non dovute

Alla fine, il governo è costretto ad ammettere l’errore. Dopo la denuncia della Cgil, il ministero dell’Economia annuncia di voler rimediare al ricalcolo dell’acconto Irpef sulla base delle vecchie aliquote, più alte. Un meccanismo che porterebbe i contribuenti a pagare di più di tasse per poi vedersi restituire i soldi non dovuti solo dopo un anno. Il Mef spiega di voler “intervenire” per applicare le nuove aliquote e per farlo, spiega l’Agi, bisogna colmare un buco da 250 milioni di euro. Anche se la cifra non viene confermata dal comunicato ministeriale.

Si punta quindi a un intervento da introdurre “in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”. Certo, va detto che secondo i calcoli della Cgil l’ammanco sarebbe nettamente superiore, addirittura pari a 4,3 miliardi. Invece secondo il governo il problema sarebbe limitato solamente ai lavoratori dipendenti con altri redditi.

Acconto Irpef non dovuto, la denuncia della Cgil e quanto si risparmia sulle tasse con l’intervento del Mef

A denunciare l’errore è stata la Cgil, che ha spiegato cosa sia successo partendo dalla riduzione da quattro a tre aliquote dell’Irpef e dall’aumento delle detrazioni da lavoro dipendente fino ai 15mila euro. Il calcolo nelle dichiarazioni dei redditi, però, viene previsto dal governo sulla base delle vecchie aliquote, almeno per il 2024 e il 2025. Il che vuol dire versare prima delle tasse su cui poi lo Stato effettuerà una verifica per restituirle in un secondo momento.

Per lavoratori e pensionati questo potrebbe voler dire, secondo le simulazioni della Cgil, un maggiore esborso in tasse non dovute che andava da un minimo di 75 euro fino a un massimo di 260 euro.

L’intervento del governo era stato anticipato dal presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, che aveva spiegato come si trattasse di un errore a cui rimediare “con tempestività” in modo da effettuare gli acconti con il nuovo sistema a tre aliquote: “Nessun contribuente verrà così penalizzato”.