Il conteggio delle vittime aggiornato ora dopo ora. Storie drammatiche che pian piano sono affiorate dalle macerie di Amatrice, di Accumoli, di Arquata. Ma anche della frazione di Pescara del Tronto e di tanti altri borghi dell’Appennino. Una notte tragica. Con il ricordo che è volato a una tragedia molto simile, anche per la violenza sprigionata dall’evento tellurico: il terremoto dell’Aquila del 2009. Il bilancio della serie di scosse, che ha flagellato il centro Italia nella notte tra il 23 e il 24 agosto, è di 291 morti accertati, centinaia di feriti e migliaia di sfollati, al confine tra Lazio, Umbria e Marche. Del resto già con le luci dell’alba era diventata chiara l’entità del disastro. Confermando le parole del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che aveva parlato sin da subito di un “paese distrutto”. Aveva ragione: interi paesi sono stati rasi al suolo, come fossero sottoposti a bombardamenti. E le scosse di assestamento (oltre 200 quelle registrate ufficialmente dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) hanno prolungato l’incubo degli abitanti dei comuni più colpiti.
PENSIERO RICOSTRUZIONE
Matteo Renzi ha lanciato un messaggio nella sua dichiarazione ufficiale: ha parlato di “tempo della commozione ma anche tempo dell’azione”. E quindi ha assunto un impegno ben preciso: “Voglio dire una cosa con il cuore in mano alle italiane e agli italiani. Nei momenti di difficoltà l’Italia sa come fare, nei momenti in cui le cose non vanno l’Italia tutta intera, tutta insieme mostra il suo volto più bello ed allora prendiamo l’impegno, da qui, da oggi, da Palazzo Chigi che non lasceremo nessuno da solo, nessuna famiglia, nessun Comune, nessuna frazione”. Il presidente del Consiglio, seppure con tatto, ha lasciato intendere che bisogna pensare alla ricostruzione. Anche a poche ore dalla tragedia. E così il terremoto nel centro Italia diventerà un banco di prova per l’Anac (Autorità anticorruzione) di Raffaele Cantone e per il nuovo Codice degli appalti, che aveva sollevato qualche perplessità. Il terremoto sull’appennino italiano ha spezzato la vita di tante persone, lasciando decine di famiglie nel lutto. Ma il dramma pone un ulteriore problema: chi si è salvato ha perso tutto. Le immagini sono davvero impietose: tante case sono solo cumuli di macerie. E a Palazzo Chigi Renzi ha fatto la solenne promessa di non abbandonare nemmeno una di quelle persone.
RITORNO ALL’AQUILA
L’Aquila è un’amara lezione da mandare a memoria per evitare gli stessi errori. Il sisma dell’aprile 2009 riporta alla memoria le risate nella notte della tragedia, con gli annessi scandali che hanno gettato molte ombre sulla ricostruzione. Il risultato è noto: tutto è andato avanti a rilento. Tanto che la città abruzzese non è mai realmente tornata alla normalità. Ma ora ci dovrebbero essere due armi in più: il Codice per l’assegnazione dei lavori e l’incarico affidato al super magistrato Cantone. Chiamato a evitare un’Aquila bis.