Se c’è un merito da parte di Carlo Nordio è sicuramente quello di scontentare tutti. Eppure è proprio quello che sta accadendo in queste settimane dove l’operato del guardasigilli – in particolare sul tema delle intercettazioni – sta facendo il pieno di critiche dalle opposizioni ma, questo in modo del tutto inaspettato, pure da parte dei partiti che lo sostengono. Questo perché la sua versione hyper garantista che tanto piace a Forza Italia e soprattutto al Terzo polo, di giorno in giorno risulta sempre più indigesta alla Lega e, soprattutto, a Fratelli d’Italia che lo aveva scelto come guardasigilli.
Il Guardasigilli Nordio vorrebbe limitare le intercettazioni. Ma Fratelli d’Italia tira il freno
I temi che stanno maggiormente mettendo in crisi il rapporto tra il ministro e il partito di Giorgia Meloni sono senza dubbio i provvedimenti salva colletti bianchi, come sono stati etichettati dalle opposizioni senza che ciò suscitasse alcuna levata di scudi da parte dei meloniani, e – più recentemente – il nodo intercettazioni su cui è noto il giudizio negativo da parte del titolare di via Arenula.
Proprio su questo punto ieri la distanza tra Nordio e le forze della maggioranza, con la sola eccezione di Forza Italia, è apparsa più grande che mai. Già perché prima ancora che il guardasigilli prendesse la parola in Aula a Palazzo Madama per presentare la relazione sullo stato della giustizia in vista dell’imminente inaugurazione dell’anno giudiziario e spiegare come mai vuole limitare questo fondamentale strumento d’indagine, il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti ad Agorà sui Rai 3 ha spiegato il punto di vista del partito.
Con un po’ di imbarazzo, forse intuendo che dalle sue parole sarebbe emerso uno scollamento con Nordio, alla domanda della conduttrice Monica Giandotti che gli chiedeva se il reato di corruzione dovrebbe rientrare tra quelli che possono dare luogo alle intercettazioni, si è limitato a dire: “Può essere. Sì”.
Delmastro Delle Vedove: “Le intercettazioni rimangono uno strumento essenziale quindi rimarranno per intercettare tutti i reati”
Del resto tra i meloniani non è il solo a pensarla così. Soltanto 24 ore prima il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, parlando al Fatto Quotidiano era stato ancor più chiaro spiegando che “le intercettazioni rimangono uno strumento essenziale quindi rimarranno per intercettare tutti i reati, quindi anche quelli spia della mafia”.
Poi a precisa domanda sulle motivazioni usate dal ministro per sostenere che questo strumento deve essere limitato, ossia i costi elevati e la loro scarsa efficacia investigativa, Delmastro Delle Vedove ha tagliato corto con un giudizio che sa di sentenza: “Nordio prima da giurista, poi da procuratore fa delle rilevazioni assolutamente banali, cioè è evidente che anche io avessi qualcosa da nascondere parlerei il meno possibile al telefono, dopodiché è altrettanto evidente che non tutto non si riesce a dire di persona e quindi le intercettazioni servono”.
Insomma è una visione piuttosto diversa da quella che Nordio va ripetendo un giorno sì e l’altro pure. E non ha fatto eccezione il suo discorso al Senato di ieri per presentare la sua relazione sullo stato della giustizia in vista dell’imminente inaugurazione dell’anno giudiziario. Davanti all’aula gremita ha spiegato che non intende fare alcuna marcia indietro sulle intercettazioni. “Andremo avanti sino in fondo, non vacilleremo e non esiteremo. La rivoluzione copernicana sull’abuso delle intercettazioni è un punto fermo del nostro programma” sottolinea in Aula al Senato.
Ma Nordio sa bene che su questo tema rischia di restare solo e così, anche perché non può più fare finta di nulla sull’utilità delle intercettazioni visto che proprio grazie ad esse è stato possibile catturare il boss Matteo Messina Denaro, ha provato a correggere il tiro spiegando che non ci saranno “mai” interventi per limitare l’uso di questo strumento nelle indagini di mafia e terrorismo. Di contro, evidentemente, non esclude – e forse caldeggia – interventi per limitare tutte le altre.
Insomma la sua è stata una precisazione che, soprattutto alla luce di quanto hanno detto Delmastro Delle Vedove e Foti, difficilmente basterà a quietare i bollenti spiriti di FdI che al contrario di Nordio reputa le intercettazioni – tutte – come strumenti d’indagine indispensabili.