“Noi interverremo per attuare completamente l’art. 15 della Costituzione che afferma la libertà e la segretezza delle conversazioni”. È quanto ha detto ad Agorà il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parlando di intercettazioni.
Il ministro della Giustizia Nordio annuncia una nuova stretta alle intercettazioni: “Le persone devono parlare fra di loro in riservatezza”
“In questo momento – ha aggiunto il guardasigilli – siamo intervenuti parzialmente per tutelare il terzo, cioè la persona che viene citata nelle conversazioni di altri. Ma successivamente interverremo anche per tutelare la dignità e la libertà delle persone che parlano e devono parlare fra di loro in riservatezza, perché la riservatezza è l’altro lato della libertà. Naturalmente senza compromettere le indagini per i grandi crimini della delinquenza organizzata”.
Sisto: “È finito il bronx nella ricerca delle Intercettazioni più gossippare”
“Una norma di grande civiltà. È finito il bronx nella ricerca delle Intercettazioni più gossippare che solleticavano anziché informare” ha detto, invece, il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, intervistato da radio Cusano Campus. “Cassese ha plaudito a questa riforma – ha detto Sisto -. Noi abbiamo cercato un equilibrio affidando alla figura più affidabile la scelta delle Intercettazioni più utili, quindi al giudice. A me sembra una scelta in equilibrio assoluto e mi stupisce che la magistratura si lamenti di questo”.
Per il vice ministro, quella sulle intercettazioni “è una norma che tutela i cittadini incolpevoli, coloro che col processo penale non c’entrano nulla”. Sisto ha anche parlato della cancellazione dell’abuso d’ufficio, per escludere che questa riforma avrà riflessi sulla lotta alla corruzione, richiamando anche i dati sui procedimenti aperti e sul loro esito. “Abbiamo 5400 iscrizioni circa, appena 18 condanne, mi sembra sia un dato che dà l’idea di come ci sia una norma che non solo è inutile, ma è anche dannosa”.
E poi c’è “la protesta di tutti i sindaci di tutti i generi che ci vengono a dire di come abbiano le mani legate con la burocrazia difensiva, la paura dell’atto lecito comporta un rallentamento nei confronti del rapporto pubblico amministrazione-privato. In un periodo di Pnrr non ci possiamo permettere questo” . “L’abuso d’ufficio combatte la corruzione? Non combatte un fico secco, se questi sono i dati- ha aggiunto il viceministro -. Il carattere sanzionatorio dell’abuso è la pendenza del processo, molte volte l’amministratore deve fare il passo di lato, vittima di un processo mediatico”.
“Se il problema era la pendenza l’unica soluzione era abolirlo – ha concluso Sisto -. Ci sono ben altri reati che possono intervenire nelle ipotesi di reato legate alle illegalità nelle pubbliche amministrazioni: il falso, la truffa, ecc… E poi non c’è solo il diritto penale per sanzionare le condotte illegittime”.