È morta l’insegnante di 32 anni ricoverata all’ospedale San Martino di Genova dopo una emorragia cerebrale. La donna era stata vaccinata il 22 marzo con AstraZeneca. Ieri l’ospedale ha comunicato che “è iniziata alle 9.44 l’osservazione di 6 ore per la conferma di stato di morte cerebrale per la paziente di 32 anni ricoverata presso la nostra Rianimazione”. La donna aveva avuto una trombosi venosa cerebrale.
L’insegnante di 32 anni ricoverata a Genova per una trombosi dopo il vaccino AstraZeneca è morta
Ieri lo stesso istituto aveva segnalato il caso “di quadro trombotico ed emorragico cerebrale riferito a una insegnante di 32 anni vaccinata presso la Asl di residenza in Liguria con vaccino AstraZeneca il 22 marzo e con esordio sintomatologico dal 2 aprile”. La direzione del Policlinico aveva ha attivato le previste segnalazioni nell’ambito delle procedure di farmacovigilanza verso Aifa.
La giovane, un’insegnante, era è stata ricoverata ieri in gravi condizioni nel reparto di rianimazione. Da quanto il San Martino ha confermato, la 32enne aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca presso la Asl di residenza in Liguria lo scorso 22 marzo. Per questo la Direzione del Policlinico aveva attivato le previste segnalazioni nell’ambito delle procedure di farmacovigilanza verso Aifa. I familiari hanno acconsentito alla donazione degli organi.
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Il vaccino, gli effetti collaterali e le reazioni avverse
Secondo i dati resi noti dall’EMA mercoledì scorso, le autorità farmaceutiche hanno registrato finora 62 casi di trombosi venosa cerebrale nel mondo dopo la vaccinazione con Astrazeneca. Di questi, 44 li hanno trovati nei 30 Paesi dello Spazio economico europeo (UE, Islanda, Norvegia, Liechtenstein) su un totale di 9, 2 milioni di dosi di vaccino somministrate. In Gran Bretagna invece i morti causati dai coaguli del sangue sono 7; sono invece 30 i casi di eventi avversi. In Germania hanno registrato 31 casi sospetti di trombosi venosa cerebrale e 9 decessi, in Francia hanno contato 12 casi e quattro decessi su 1,9 milioni di dosi somministrate e in Norvegia cinque casi e tre decessi su 120.000 di dosi.
Sono intanto 11.067.216 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate in Italia, l’86,5% del totale di quelle consegnate, pari a 12.790.080 (nel dettaglio 8.709.480 Pfizer/BioNTech, 1.328.200 Moderna e 2.752.400 AstraZeneca). Le somministrazioni, effettuate in 2.105 centri in tutta la penisola, hanno riguardato 6.568.689 donne e 4.498.527 uomini. Le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi sono 3.441387. Le dosi sono state somministrate a 3.063.992 operatori sanitari; 501.994 unità di personale non sanitario; 569.224 ospiti di strutture residenziali; 3.781.195 over 80; quindi 234.610 unità delle forze armate; 1.056.493 unità di personale scolastico; la voce ‘altro’ comprende 1.859.708 persone.
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Pietrino Forfori: l’esperto che sconsiglia di usare AstraZeneca
In un’intervista rilasciata a PrimoCanale il dottor Pietrino Forfori, flebologo e chirurgo vascolare, ha consigliato di rinunciare al vaccino AstraZeneca: “Questi episodi si sono registrati solo con un determinato vaccino quindi indipendentemente dalle risultanze scientifiche è indubbio che la percezione sia di generale diffidenza. È difficile spiegare ai familiari dei pazienti colpiti da trombosi che i casi sono limitati: i loro cari si sono presi il 100% del rischio e questo non possiamo non tenerlo in considerazione. La mia opinione su questo argomento è una sola: escludere dalla somministrazione il vaccino che spaventa la gente e spingere il piano vaccinale con gli altri sieri. Soprattutto quelli monodose che sono estremamente vantaggiosi visti i tempi stretti che abbiamo per immunizzare la maggior parte dei nostri connazionali”.
Intanto dopo l’Olanda e altri la Slovenia vuole interrompere le vaccinazioni con Astrazeneca alle persone al di sotto dei 60 anni. Il capo della commissione consultiva del dipartimento sanitario, Bojana Beovic, ha detto a Pop Tv che vogliono aspettare e vedere se le indagini mostrano una connessione causale tra il vaccino Astrazeneca e le trombosi cerebrali che si sono verificate in alcuni casi in tutto il mondo dopo che è stato somministrato.
Sileri e AstraZeneca
Il blocco della somministrazione del vaccino di Astrazeneca da parte dell’Olanda non deve preoccupare, ha detto ieri il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Intervistato dalla Stampa, ha annunciato: “Non fermeremo Astrazeneca. Bisogna andare avanti con la vaccinazione” ma “l’Ema credo dovrà pronunciarsi nuovamente per introdurre un limite di età, non per bloccare o sospendere la somministrazione. Una volta che hanno individuato la fascia d’età con un rischio maggiore di trombosi, gli esperti mettono un limite per la somministrazione o un’avvertenza che preveda un monitoraggio di chi riceve il vaccino”.
A suo avviso “è una complicanza che una volta riconosciuta in tempo è facilmente trattabile”. Sileri sottolinea che “siamo esattamente al picco della terza ondata e a fine aprile vedremo i primi effetti delle vaccinazioni. I reparti degli ospedali torneranno ad avere ossigeno. In alcune aree del Paese i numeri già iniziano a scendere – spiega -. A fine aprile arriveremo a 500 mila dosi al giorno, sarà la curva decisiva”.