Quanto accaduto a Capitol Hill è una ferita ancora dolorosissima per gli Usa e mentre proseguono le indagini, comprese quelle su un tentativo di vendere ai russi il computer rubato alla speaker Nancy Pelosi, Washington è blindata in vista dell’inauguration day di domani. L’era Trump è ormai chiusa e, dalle politiche ambientali a quelle migratorie, passando per i diritti umani, con la sospensione annunciata delle esecuzioni capitali, Joe Biden si prepara a scrivere una nuova pagina della storia degli Stati Uniti e del mondo. Ma il problema in queste ore è appunto garantire la massima sicurezza evitando altri disordini e che scorra altro sangue in un passaggio di consegne mai stato così difficile in America.
I PREPARATIVI. Domani, a mezzogiorno ora locale, Biden giurerà come 46esimo presidente insieme alla sua vice Kamala Harris, in una cerimonia in cui Lady Gaga canterà l’inno nazionale e si esibirà anche Jennifer Lopez. Sarà presente il vice presidente Mike Pence e sarà di nuovo assente Trump, che si ostina a non voler compiere alcun atto che possa rappresentare un’accettazione della vittoria dell’avversario democratico ed è alle prese con la nuova procedura di impeachment. Il tycoon lascerà la Casa Bianca domani mattina per dirigersi prima alla base di Andrews, dove è stato organizzato un saluto alla presenza di militari e sostenitori, con tanto di 21 colpi di cannone a salve e banda militare. Poi si recherà in Florida, volando per l’ultima volta nel corso della sua presidenza sull’Air Force One.
In Campidoglio, dove giurerà Biden, si teme questa volta soprattutto un attacco interno, che potrebbero dunque compiere gli stessi agenti incaricati della sicurezza, e per tale ragione l’Fbi sta procedendo con dei controlli incrociati su tutti i 25mila agenti della Guardia nazionale mobilitati nella capitale. Verifiche che al momento hanno fortunatamente dato esito negativo. Blindati inoltre anche i Parlamenti locali di tutto il Paese. Alla cerimonia in Campidoglio sono previste mille persone, 19mila in meno del passato, e sul palco con il presidente 200 persone.
LE INDAGINI. Le indagini sull’assalto a Capitol Hill intanto vanno avanti. Tra gli ultimi incriminati per l’assalto al Congresso c’è Timothy Hale-Cusanelli, di Colts Neck, New Jersey, un riservista che secondo l’Fbi ha un nullaosta di sicurezza del più alto livello e una lunga storia di post estremisti sui social. Un uomo descritto come un “noto suprematista bianco e un simpatizzante nazista”. Arrestato poi un chitarrista di musica metal e leader di una milizia paramilitare del Coloeado, Jon Schaffer. E un altro membro di una milizia di estrema destra, i Three Percenters, collegata agli Oath Keepers, è stato incriminato sempre in Colorado. Le milizie Oath Keepers, Three Percenters e Proud Boys, gruppi sciovinisti collegati ai suprematisti bianchi, sono inoltre al centro delle indagini volendo gli inquirenti stabilire se i leader di tali gruppi abbiano organizzato o diretto l’attacco al Congresso.
Accertamenti portati avanti esaminando anche i numerosi messaggi scambiati prima dell’assalto sui social e in particolare su Parler, il preferito dai sovranisti. L’Fbi sta inoltre indagando su una donna che avrebbe rubato un pc o hard drive dall’ufficio della Pelosi e avrebbe tentato di venderlo all’intelligence russa tramite un parente. Un’operazione che non è andata in porto. L’Fbi sospetta che alla fine il computer sia ancora in possesso degli assalitori o che sia stato distrutto. E per quanto riguarda i protagonisti dei disordini viene escluso che rientrino tra quelli a cui Trump darà la grazia.