Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche le forme di ingerenza di “alcuni attori statuali” nei “processi democratici dei Paesi occidentali “diventano “ancora più intense ed accentuate”. È quanto scrive il presidente del Copasir, Adolfo Urso, in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato.
Per il Copasir le Camere sono a rischio cyberattacchi in vista delle prossime elezioni politiche. Nel mirino potrebbe esserci la posta dei parlamentari
Il presidente del Copasir ha segnalato ai vertici delle Camere, in particolare, il rischio di hackeraggio della posta dei parlamentari, come avvenuto in passato nel Bundestag tedesco. Di qui l’invito a Fico e Casellati a valutare “misure di carattere tecnico e organizzativo volte a contrastare il possibile verificarsi di tali circostanze anche nel caso del Parlamento italiano”.
Nella sua lettera, in parte anticipata oggi dal Foglio, Adolfo Urso spiega che durante gli approfondimenti svolti dal Copasir sulla disinformazione e sulle ingerenze straniere “è emerso in modo evidente come alcuni attori statuali esercitino una sistematica attività di ingerenza nei processi democratici dei Paesi occidentali ed in particolare dell’Unione europea”.
Forme di ingerenza, sottolinea nella lettera il presidente del Copasir, che “divengono ancora più intense ed accentuate con l’avvicinarsi delle consultazioni elettorali”. Il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica cita l’esempio della Germania: “I sistemi informatici del Bundestag – ricorda – sono stati violati provocando una esfiltrazione di informazioni della posta elettronica dei parlamentari tedeschi già nel 2015 e, come il Comitato ha avuto modo di apprendere, anche in tempi più recenti”.
E, prosegue Urso, “poiché tra i grandi Paesi occidentali il nostro è il prossimo” in cui si svolgeranno le elezioni politiche, si invitano i presidenti di Camera e Senato a valutare misure di contrasto. “E’ ormai noto – conclude la lettera – come la minaccia sia divenuta molto complessa e gli attacchi nel cyberspazio siano condotti con tecniche molteplici e differenziate che spesso fanno leva su una non sufficiente preparazione sul piano tecnologico, procedurale del soggetto attaccato o su una scarsa consapevolezza da parte degli utilizzatori dei sistemi informatici”.