Stai a vedere che le presunte ingerenze russe nelle presidenziali in Romania – accuse che Mosca ha sempre respinto con sdegno – non erano affatto campate in aria. Con una mossa del tutto inattesa, giunta alla vigilia del voto previsto per domenica, la Corte Costituzionale di Bucarest ha annullato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali. Il verdetto, che aveva premiato il candidato filorusso Calin Georgescu a scapito della sfidante europeista Elena Lasconi, è stato invalidato, e l’intero processo elettorale dovrà essere ripetuto.
Secondo il comunicato ufficiale della Corte, la decisione si basa su documenti che evidenziano come la Romania sia stata bersaglio di “attacchi aggressivi ibridi russi” durante il periodo elettorale, che avrebbero condizionato il voto. Una situazione che, da giorni, veniva denunciata dalla società civile, con migliaia di cittadini che scendevano quotidianamente in piazza per protestare contro quelli che definivano “palesi brogli elettorali”.
Ingerenze russe nelle presidenziali in Romania: la Corte Costituzionale di Bucarest annulla il primo turno che aveva premiato il filorusso Georgescu
Subito dopo la decisione della Corte, non sono mancate le prese di posizione. Secondo il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu, i giudici hanno preso “l’unica decisione possibile” dopo che è stata dimostrata “oltre ogni ragionevole dubbio” l’ingerenza russa.
Molto critico George Simion, leader della destra sovranista romena Asr, parte della coalizione di Georgescu, che ha definito la decisione una “vergogna” e ha accusato il sistema politico di orchestrare un “colpo di Stato in pieno svolgimento! Non scendiamo in piazza, non ci lasciamo provocare, questo sistema deve cadere democraticamente!”. Secondo Simion, il problema risiede nel fatto che “nove giudici nominati politicamente presso la Corte Costituzionale hanno deciso di annullare la volontà dei romeni, temendo che un candidato esterno al sistema avesse tutte le possibilità di diventare presidente della Romania”.
In modo del tutto inatteso, anche la candidata centrista Lasconi ha criticato la decisione. A suo avviso, “è il momento in cui lo Stato romeno calpesta la democrazia. Dio, il popolo romeno, la verità e la legge prevarranno e troveranno i colpevoli di aver distrutto la nostra democrazia. Non si tratta di me. L’economia sta crollando, si distrugge la democrazia, si porta il Paese nell’anarchia”.
Lasconi ha sottolineato che “avremmo dovuto procedere con il voto, rispettando la volontà del popolo romeno. Che ci piaccia o no, dal punto di vista legale e legittimo, 9 milioni di cittadini romeni, sia del Paese che della diaspora, hanno espresso votando la loro preferenza per un determinato candidato. Non possiamo ignorare la loro volontà”.