Giorni di burrasca, per usare un eufemismo, per i giornalisti del Sole 24 ore, per i quali è stata chiesta la Cassa integrazione in deroga a causa della crisi economica scatenata dal Coronavirus con taglio degli stipendi del 25%. Ma non è solo questo ad agitare le acque. Prima lo sciopero della redazione proprio nel giorno in cui il presidente di Confindustria – che edita il quotidiano – Carlo Bonomi, faceva la sua passerella agli Stati Generali voluti dal premier Giuseppe Conte, peraltro dopo averlo apertamente (e aspramente) criticato praticamente dal giorno del suo insediamento a Viale dell’Astronomia lo scorso 20 maggio.
Bonomi ha chiesto per Il Sole 24 ore non solo l’ennesimo stato di crisi (a carico dello Stato) ma anche di poter usufruire del decreto Liquidità per avere la garanzia pubblica Sace sui prestiti bancari, che evidentemente non rientrano tra i tanto esecrati aiuti “a pioggia”. Come se non bastasse ieri si è aperta anche una querelle con il direttore Fabio Tamburini: tutto nasce dalle dichiarazioni di Carlo De Benedetti (nella foto) nel corso della trasmissione Otto e mezzo andata in onda lunedì sera su La7, in cui l’ingegnere si è lamentato con Lilli Gruber di aver rilasciato un’intervista al giornale che poi non sarebbe mai stata pubblicata.
Il motivo addotto sarebbe il fatto che nei giorni immediatamente precedenti, per la precisione martedì 16 giugno, Stefano Feltri, direttore designato di Domani, il nuovo quotidiano dello stesso De Benedetti, nella sua newsletter aveva duramente criticato il presidente di Confindustria Bonomi e lo stesso direttore Tamburini. In una nota, il comitato di redazione, si è detto “stupito” ed “esterrefatto” in quanto le parole dette in tv dall’imprednitore, stando ai membri del cdr “corrispondono nella sostanza a verità stando alle verifiche che abbiamo fatto nelle ore successive.
Siamo esterrefatti perché questa idea di giornalismo basata su rappresaglie e prove di forza e del tutto incurante della reputazione del Sole 24 ore, è molto lontana da quella per cui la nostra relazione lavora ogni giorno: un’informazione completa e oggettiva”. E ancora: “Chiediamo, allora, al direttore, per rispetto del lavoro quotidiano dei quasi 200 giornalisti della nostra redazione, scelte meno superficiali: non è la prima volta, purtroppo, che ci troviamo costretti a intervenire su episodi che poco hanno a che fare con la nostra tradizione. E chiediamo anche al nuovo presidente di Confindustria di dimostrare attenzione per l’indipendenza e l’autorevolezza del giornale”. Risposta, invero assai laconica, del direttore: “Ho buoni motivi che spiegano la scelta fatta, che oggi rifarei senza alcuna esitazione”.