La frenata dell’inflazione c’è, ma era ormai inevitabile. Il problema è che la stangata resta, soprattutto per le famiglie più in difficoltà dal punto di vista economico. Gli ultimi dati dell’Istat confermano il trend attuale, ma anche il fallimento del governo che si vanta di risultati – come sul carrello tricolore – che proprio non si vedono nei dati reali.
Qualche numero, prima di tutto: a dicembre il carrello della spesa è in lieve flessione, con la sua crescita che passa su base tendenziale dal 5,4% al 5,3%. Stesso discorso per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto: dal +4,6% al +4,4%. Nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è aumentato dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annuale (contro lo 0,7% del mese precedente).
Nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7%, contro l’8,1% del 2022. Come sottolinea l’Istat, il rallentamento dell’inflazione è legato soprattutto alla flessione dei prezzi dei beni energetici. Per quanto riguarda il comparto alimentare, i costi nel 2023 sono aumentati più che nel 2022: +9,8% contro un +8,8%.
L’inflazione rallenta, ma la maxi-stangata resta
Il rallentamento dell’inflazione non è sufficiente a evitare una maxi-stangata per i consumatori. Secondo il Codacons la spesa aggiuntiva è stata di 1.796 euro a famiglia su base annua. Una maxi-stangata per 46,3 miliardi complessivi in un solo anno. Secondo le stime dell’Unione nazionale consumatori l’aggravio per una coppia con due figli è stato di 1.734 euro: 180 per l’abitazione e l’elettricità, 182 per i trasporti e ben 804 per mangiare e bere. In media per una famiglia il rincaro del 2023 è stato di 1.251 euro, di cui 578 per i beni alimentari e le bevande.
Il fallimento del governo e del carrello tricolore
Il rallentamento dell’inflazione a fine 2023 dipende “unicamente dall’andamento al ribasso dei beni energetici”, sottolinea il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Per i beni alimentari, invece, la “crescita dei prezzi rimane sostenuta: le misure di contrasto adottate dal governo, dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina, non hanno avuto gli effetti sperati, e speriamo che nel 2024 si introducano provvedimenti davvero efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini”.
Critico anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Il carrello tricolore è andato fuori pista, ottenendo un risultato contrario a quello voluto. L’Istat, infatti, conferma oggi in via definitiva che a dicembre i prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche, ossia i beni interessati dal trimestre anti inflazione, invece di scendere di prezzo sono addirittura saliti, +0,3% rispetto a novembre 2023, dopo che erano già rincarati dello 0,4% su ottobre”.
Come sottolinea Dona, quello del governo è stato un “fiasco colossale e imbarazzante”. Non a caso lo stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha deciso di non prorogare il trimestre anti-inflazione.